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Analisi di una campagna agrumicola controversa

La campagna delle arance italiane 2020/21 è stata caratterizzata da un calo dei consumi stimato intorno al 20% rispetto alla precedente stagione. Pur disponendo di un prodotto di alta qualità, il settore ha sofferto la chiusura del canale Horeca, di fondamentale importanza per le vendite. Sulle piste da sci di tutta Italia, Francia, Svizzera e Austria, ad esempio, la spremuta di arance rosse siciliane era un must, ma con la chiusura degli impianti sono mancati mercati e ritorno di immagine.

"In questa campagna, ancora in corso - ha dichiarato il presidente del Consorzio di Tutela dell'Arancia Rossa di Sicilia, Giovanni Selvaggi - sono molti i fattori che hanno condizionato l'andamento sia dei prezzi sia dei consumi: tanto prodotto e di buona qualità, crisi dei consumi legata all'emergenza sanitaria, chiusura di alcuni canali commerciali importanti e un inverno non troppo rigido, sono tutti fattori che non hanno giocato a nostro favore". 

Giovanni Selvaggi, presidente del Consorzio di Tutela dell'Arancia Rossa di Sicilia

"Sebbene la campagna sia stata finora in chiaroscuro - ha concluso Selvaggi - pensiamo possa esserci una chiusura meno negativa, con uno slancio finale che servirà anche a potenziare tutte le in iniziative di marketing e posizionamento del prodotto". 

Per avere un'analisi più esaustiva circa la stagione agrumicola ancora in corso (al momento in cui scriviamo), anche in termini commerciali, riportiamo, qui di seguito, uno studio del CSO basato sull'andamento delle superfici e delle produzioni, come risultante dai dati Istat. 

Gli investimenti dedicati all'aggregato nel suo complesso, comprensivo di arance, clementine, mandarini, limoni e pompelmi si aggirano su quasi 145.000 ettari (media 2015-2020) con un andamento che flette nel tempo e che passa da oltre 147.000 ettari nel 2015 a poco meno di 143.000 ettari del 2020. Le principali specie coltivate sono le arance con oltre 80.000 ettari nel 2020, il 57% del totale durante l'ultima annata, clementine e limoni contano poco più di 52.000 ettari e insieme rappresentano il 37% del complesso.

Il calo delle superfici interessa principalmente le arance che scendono da circa 86.000 ettari coltivati nel 2015 agli attuali 81.500 ettari del 2020; le clementine, invece, evidenziano una certa stabilità nel tempo con solo una lieve flessione durante le annate 2016 e 2019, nel 2020 si rilevano gli investimenti più corposi delle ultime sei stagioni con circa 26.200 ettari coltivati. Lieve ascesa degli investimenti a limoni che salgono a oltre 26.000 ettari nel 2020.

Il dato produttivo degli agrumi evidenzia una crescita nel corso delle ultime sei annate con solo un calo che si registra durante la stagione 2018; mediamente la produzione di agrumi si colloca su oltre 2.800.000 tonnellate ma durante la stagione 2020 sono stati raggiunti i volumi più alti del recente passato con più di 3.200.000 tonnellate. Circa l'80% del totale è rappresentato dalle produzioni di arance e clementine, per entrambe le specie i quantitativi prodotti nel 2020 sono stati i più alti dal 2015 ad oggi: i volumi di arance sono passati da una media di circa 1.600.000 tonnellate del periodo 2015-2019 al balzo di quasi 1.900.000 tonnellate durante la stagione 2020 e per le clementine si passa da una media di 570.000 tonnellate alle oltre 680.000 tonnellate prodotte nel 2020.

Questi dati confermano e supportano le premesse per meglio analizzare l'ultima campagna commerciale caratterizzata, infatti, da una produzione di partenza molto elevata e da pezzature molto contenute soprattutto nelle clementine.

La campagna agrumicola 2020/2021 è stata segnata oltre che da un esubero di produzione, da un andamento anomalo delle quotazioni soprattutto per l'arancia bionda tipo Navel: le buone aspettative pagate bene in campagna sono poi seguite da poche richieste e minor consumi nei periodi successivi, i prezzi sono poi ripartiti solo sul prodotto più tardivo con l'anno nuovo da gennaio-febbraio in poi.

In generale per le arance i calibri sono stati nella norma e anche su livelli medio-buoni ma durante la stagione commerciale il vero problema è stato il collocamento del prodotto per prezzi molto contenuti e le richieste bassissime che hanno portato molti conduttori a dirottare il prodotto all'industria; sono andate meglio le quotazioni per le arance rosse e in generale il prodotto confezionato rispetto a quello sfuso. Discrete le aspettative per il prodotto molto tardivo di fine campagna ancora da commercializzare, le produzioni attese sono buone come pure le richieste. Le arance biologiche, nonostante calibri medio-piccoli, sono riuscite a spuntare prezzi più sostenuti e non sono previsti abbattimenti per la prossima annata.

Anche la stagione commerciale delle clementine non è stata ottimale, il prodotto è arrivato in ritardo sui mercati a causa di un andamento climatico non favorevole contraddistinto da troppo caldo prima seguito da sbalzi termici e molte piogge che hanno macchiato la buccia; le pezzature mediamente sono state più piccole della norma con prevalenza di calibro 5 tra la prima categoria. La maggioranza di questo calibro, che normalmente viene indirizzato verso i paesi dell'est, ha determinato un forte abbassamento dei prezzi ed un'elevata difficoltà di collocamento del prodotto per eccessivo esubero.

Per i pochi calibri medio-grandi le quotazioni sono state migliori poiché presenti in quantitativi limitati. Il prezzo medio è stato attorno a 0,55-0,60 €/kg per la merce già lavorata, a differenza dello scorso anno, quando, a parità di volumi in uscita a causa delle basse rese, le quotazioni medie furono di 0,70-0,80 €/kg. Purtroppo, nella maggior parte dei casi molto prodotto è rimasto invenduto o addirittura è stato lasciato sulle piante. Gli ordinativi per le clementine Comune si sono mantenuti bassi per quasi tutto il periodo di raccolta; prezzi bassi fino a dicembre poi in ripresa di un 10%-20%.

Con l'inizio dell'anno, dopo le gelate registratesi a gennaio 2021 in Spagna, c'è stata una lieve accelerazione delle richieste. Il prodotto spagnolo, in questa campagna, ha esercitato poca pressione sui nostri mercati a causa di problematiche climatiche a Valencia, nella zona di maggior produzione degli agrumi, per gelate ed eccessive piogge e questo ha permesso di poter inviare merce italiana in Germania proprio per l'assenza di quella spagnola. 

La maggior disponibilità di prodotto ha incrementato le spedizioni all'estero, difatti, secondo i dati Eurostat le esportazioni italiane di agrumi, con prevalenza di arance e clementine, nell'ultimo trimestre dell'annata 2020 sono state maggiori del 17% rispetto allo stesso periodo del 2019; guardando nel dettaglio le due specie più inviate notiamo però che l'aumento è dettato dalle maggiori spedizioni delle clementine che passano da circa 270.000 tonnellate dell'ultimo trimestre 2019 alle 375.000 tonnellate del periodo ottobre-dicembre 2020 mentre sono state in flessione le esportazioni delle arance che invece da 235.000 tonnellate (ottobre-novembre 2019) sono passate a quasi 220.000 tonnellate nello stesso intervallo di tempo del 2020.

Nonostante tutte le difficoltà commerciali sia le arance che le clementine presenti sui mercati sono sempre stati di buon gusto, dolci e buone da mangiare. 

La tendenza è quella di puntare molto su varietà molto precoci o molto tardive in modo da coprire un più ampio spettro di commercializzazione sia per le arance che le clementine. 

Per i mandarini, con raccolte concentrate tra febbraio e aprile, i quantitativi sono stati buoni così come l'offerta e le richieste grazie anche a superfici di minor entità.

Gli investimenti non hanno risentito dell'andamento avverso di quest'ultima stagione e le principali aree di coltivazioni non rilevano abbattimenti ma investimenti costanti nella speranza che la prossima annata registri prezzi e consumi più soddisfacenti.