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Una nota Compag

"Anche il biologico ha delle contraddizioni"

La Commissione europea, tramite il "Farm to Fork", si pone l'obiettivo di raggiungere 25% di superficie agricola destinata a coltivazione biologica entro il 2030. Tuttavia, ammonisce Compag (Federazione nazionale delle rivendite agrarie) tale proposito non appare privo di profonde contraddizioni e fonte di indicazioni difficilmente realizzabili. Con tale piano d'azione, infatti, si intende agire sulla domanda per stimolare l'offerta a produrre secondo criteri di maggiore rispetto per l'ambiente, ma senza tenere conto di tempistiche e obiettivi effettivamente praticabili.

Susine in coltivazione bio

"E' evidente - si legge in una nota Compag - come per il momento non si vada oltre il mero elenco di buone intenzioni, elenco destinato a mancare l'obiettivo che si prefigge quando, inevitabilmente, si scontrerà con la realtà. A ciò si aggiunge la mancanza di precise indicazioni sulle misure che si intendono adottare. Sono poi numerosi e palesi - sempre secondo Compag - contraddizioni e obiettivi irrealizzabili presenti nel piano: privare il biologico del rame, per esempio, significa eliminare il principale strumento di difesa delle colture da diverse malattie fungine".

La produzione agricola non può prescindere dall'utilizzo di efficaci sistemi di protezione delle colture, peraltro già molto limitati dall'attuale regolamento europeo sul biologico. Eliminare le già poche armi disponibili sembra un controsenso. Sostituire gli attuali fitosanitari con prodotti di natura biologica è impensabile, al momento: oltre al fatto che un prodotto di origine biologica potrebbe risultare pericoloso quanto i prodotti chimici, mancano totalmente indicazioni chiare sui tempi previsti per rendere disponibili questi fitosanitari "innovativi".

"Attualmente, immettere sul mercato un prodotto fitosanitario richiede almeno 10 anni e investimenti pari a 100 milioni di euro. Un'impresa non trascurabile, anche in presenza di eventuali procedure semplificate, volte a favorire il biologico".

Già ora, dopo anni di aiuti al biologico, se si tolgono le superfici destinate a prati e pascoli, quelle investite in cereali delle aree marginali (dove non si applicano trattamenti per motivi prettamente economici - il costo sarebbe infatti superiore al beneficio), pioppeti altre aree boschive, rimane ben poco. Certamente, mettere a disposizione ulteriori risorse economiche potrà aiutare, ma la ricerca indispensabile a sostituire il vecchio con il nuovo e il cambiamento della struttura produttiva richiedono tempi lunghi e risultati che non sono certo scontati", conclude l'organizzazione Compag.