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Silvia Zucconi - Nomisma

Il ruolo del packaging nelle scelte di acquisto dei consumatori: sostenibile sì, ma senza costi aggiuntivi

"Quello del packaging è un tema rilevante. Nomisma ha costituito - in collaborazione con Spinlife - un Osservatorio per monitorare le tendenze nel Largo consumo nella scelta dei materiali per il confezionamento di un prodotto. L'emergenza sanitaria non ha spostato l'attenzione dai temi ambientali, tanto che per il 27% degli italiani erano una priorità nel 2019 e lo sono rimasti anche nel 2020, anzi hanno acquisito maggior importanza". Così Silvia Zucconi (nella foto a lato) di Nomisma in occasione dell'evento online del 9 aprile (cfr. FreshPlaza del 12/04/2021), organizzato in collaborazione con CSO Italy.

"La sostenibilità è un segmento che pesa nel Largo consumo per il 24%. Tra gli aspetti che contribuiscono a definire un prodotto alimentare sostenibile, c'è il packaging, il cui consumo in Italia è elevatissimo: 222 kg pro capite (dato 2018). Si pensi che consumiamo 16 kg pro capite di ortofrutta! - ha continuato Zucconi - Nel 2020 sono stati venduti 45,8 miliardi di confezioni, un 5,2% in più rispetto all'anno precedente. Il 35% degli imballaggi venduti nella Gdo fa riferimento alla marca del distributore".


Clicca qui per un ingrandimento dell'immagine. (Foto tratta dalla presentazione di Silvia Zucconi)

Per quanto concerne il comparto ortofrutta, c'è sicuramente stata una crescita importante dell'acquisto di prodotto confezionato. "La categoria rappresenta il 6% del Largo consumo alimentare, con 80 milioni di confezioni vendute in più nell'ultimo anno. Ragionare di packaging anche nel comparto frutta e verdura è quindi un elemento centrale e rilevante" ha sottolineato Zucconi".

Oggi, il packaging è un driver attivo nella scelta di un prodotto alimentare: il 25% dei consumatori considera anche le caratteristiche dei materiali della confezione, tra i criteri di acquisto. L'altro elemento rilevante è la consapevolezza rispetto alle molteplici funzioni del packaging: in primis il ruolo di protezione del prodotto, citata dal 66% dei consumatori, ma anche il contributo attivo alla sostenibilità del prodotto (47%) e la sua funzione di "strumento" di comunicazione dei valori del prodotto (35%).


Clicca qui per un ingrandimento dell'immagine. (Foto tratta dalla presentazione di Silvia Zucconi)

Cruciale per la sostenibilità della categoria sarà la progressiva transizione del packaging verso l'utilizzo di materiali sostenibili, così come le stesse preferenze del consumatore segnalano. "Il 21% dei responsabili degli acquisti si aspetta confezioni di frutta e verdura senza plastica, preferibilmente in carta - ha evidenziato Zucconi - Un ulteriore 18% si aspetta che la confezione sia riciclabile al 100%". La novità è che oggi l'attenzione al packaging dell'ortofrutta afferisce al 95% degli acquirenti, solo il 5% infatti non si "cura" delle caratteristiche del materiale della confezione.

Un altro punto di attenzione è l'over packaging. "C'è un'altissima attenzione da parte del consumatore nello scegliere un prodotto che non abbia eccessi di imballaggio" ha aggiunto Zucconi.


Clicca qui per un ingrandimento dell'immagine. (Foto tratta dalla presentazione di Silvia Zucconi)

Ma cosa succede a scaffale? "Non tutti i prodotti hanno delle informazioni chiare rispetto alla riciclabilità. Oltre la metà della merce non offre informazioni utili a guidare il consumatore nel costruire un esatto percorso nel riciclo dei materiali. Se c'è una comunicazione chiara in merito alle caratteristiche del packaging, le vendite risultano molto positive e brillanti".


Clicca qui per un ingrandimento dell'immagine. (Foto tratta dalla presentazione di Silvia Zucconi)

"In ambito di Grande distribuzione, l'ortofrutta ha una capacità di comunicazione più esplicita rispetto ad altre categorie. Oltre il 60% dei prodotti ortofrutticoli veicolati in Gdo offre indicazioni rispetto alla riciclabilità del packaging. Si tratta quindi di un lavoro partito da tempo su cui si possono ulteriormente implementare altre azioni, soprattutto in vista del decreto legislativo che obbliga i produttori ad applicare un'etichetta ambientale del packaging, in cui indicare: tipologia di imballaggio, identificazione del materiale e tipo di raccolta, se differenziata o indifferenziata, e materiale di riferimento", ha concluso Zucconi.

L'indagine al consumatore, svolta da Nomisma, rivela però che i consumatori italiani non sono (ancora) disposti a pagare di più per un imballaggio sostenibile (24%) o lo sono fino al 2% in più (29%).