Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber
Stefano Pezzo presidente Fruitimprese: "Gelata a macchia di leopardo"

Veneto: sulle drupacee meno danni del previsto per il gelo

Le gelate delle scorse settimane hanno fatto meno danni del previsto, anche se per avere un quadro definitivo occorrerà aspettare ancora un paio di settimane. "Nulla di paragonabile ai danni del 2020. Le gelate delle scorse settimane hanno colpito a macchia di leopardo. Ci sono imprese con evidenti segni da gelo, e altre praticamente indenni", dice Stefano Pezzo, presidente di Fruitimprese Veneto.

Foto d'archivio di gelata su kiwi

L'area più colpita della provincia di Verona è stata quella a sud, sud-ovest. Qui soprattutto le albicocche hanno registrato annerimento dei fiori appena fecondati e dei frutticini. Più modeste le perdite su pesche e nettarine. "E' presto per un bilancio definitivo, anche perché possono esserci delle cascole successive causate comunque dal freddo dei giorni scorsi. Però non si è trattato di un fenomeno generalizzato".

Un imprenditore che possiede 4 ettari di albicocche a sud di Verona dice: "Qualche danno da freddo si nota, sul 20-25% dei fiori. Ma la fioritura era stata così abbondante che occorrerà diradare comunque. Poi vedremo fra qualche settimana se ci saranno dei frutti con il nocciolo spaccato e quindi soggetto a cascola, ma adesso è troppo presto per dirlo".

"I frutticoltori che avevano già aperto le reti antigrandine - conclude Pezzo - hanno pressoché salvato il raccolto, perché sotto le reti la temperatura rimane di qualche grado superiore all'esterno. A ogni modo, il freddo dei giorni scorsi ha colpito in maniera diversificata le zone, le varietà e le referenze. Kiwi e ciliegi, ad esempio, data la fase fenologica in cui si trovavano, non ne hanno risentito".