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Brexit: quale effetto sta avendo sul commercio dei prodotti ortofrutticoli freschi?

Il periodo di transizione per la Brexit è terminato il 31 dicembre 2020. Il Regno Unito e l'Unione europea hanno raggiunto un accordo commerciale. Questo è un fatto importante per la fornitura di frutta e verdura tra l'Ue e il Regno Unito, ma il nuovo accordo porta nuove dififcoltà che interessano sia i fornitori europei sia quelli extraeuropei.

I 27 Stati membri dell'Ue esportano ogni anno oltre 3,2 milioni di tonnellate di frutta e verdura fresca nel Regno Unito. Questo dato rappresenta il 40% della domanda interna del Regno Unito. Il recente accordo sulla Brexit garantisce una fornitura continua di prodotti ortofrutticoli da e attraverso l'Europa continentale.

L'associazione europea di settore Freshfel dice che lo scenario peggiore è stato evitato. Ma la Brexit ha ancora un impatto: sta creando 55 milioni di euro di costi aggiuntivi per il settore dell’ortofrutta. Questi costi aggiuntivi rendono difficile la permanenza delle piccole imprese in questo settore a basso profitto.

Nuove procedure doganali del Regno Unito
Il nuovo commercio dei prodotti ortofrutticoli freschi richiede efficienza in termini di velocità e costi. Molti retailer utilizzano un sistema just-in-time. Le spedizioni e gli arrivi di frutta e verdura fresca sono pianificati con cura, e il tempo di stazionamento nei magazzini è limitato. Con la Brexit, il Regno Unito non deve più seguire le stesse regole dell'Ue. Le nuove procedure doganali e le nuove ispezioni del Regno Unito rallentano il commercio da e attraverso il resto dell'Europa. Questo rende il commercio indiretto e la riesportazione attraverso l'Ue meno invitanti per i fornitori di prodotti ortofrutticoli. I certificati fitosanitari rientrano nelle nuove procedure doganali. Dopo aprile 2021, questi certificati diventeranno un requisito per la maggior parte della frutta e verdura fresca di origine Ue, importata in Gran Bretagna.

Anche le rotte commerciali e le rotte di transito stanno cambiando. Il Regno Unito era un ponte terrestre tra l'Ue e l'Irlanda. Ora, per raggiungere il mercato irlandese, i fornitori europei dovranno cercare opzioni di trasporto più dirette. Ciò comporterà costi aggiuntivi e un tempo di transito più lungo. Il Regno Unito avrà bisogno di tempo per risolvere i problemi commerciali e migliorare le procedure. Questo è un buon momento per i fornitori al di fuori dell'Ue per valutare la loro rete europea e costruire nuove relazioni nel Regno Unito.

Fornitori extra UE
A partire dal 1° gennaio 2021, gli accordi commerciali dell'Ue non si applicano più al Regno Unito. La Gran Bretagna ha infatti concluso nuovi accordi commerciali con Paesi extra Ue. Tra questi vi sono importanti fornitori di frutta e verdura, che includono:

  • Marocco
  • Egitto
  • Perù
  • Cile
  • Colombia
  • America Centrale
  • Sudafrica
  • Kenya

I nuovi accordi sono simili a quelli che il Regno Unito aveva prima della Brexit. Pertanto, ci sono poche modifiche alle procedure doganali per i Paesi non Ue.

Che succede ora?
I commercianti dell'Ue cercheranno di proteggere le loro attività con il Regno Unito. I fornitori di servizi britannici cercheranno di soddisfare la domanda dei loro principali contratti di vendita al dettaglio, attraverso linee di fornitura più dirette. Ciò conferisce ai fornitori vicini non-Ue, come il Marocco e l'Egitto, una posizione competitiva paragonabile a quella dei fornitori dell'Ue. E' probabile che anche i prodotti ortofrutticoli di fornitori più lontani viaggeranno più direttamente nel Regno Unito.

Fonte foto: CBI / Ministero degli Affari Esteri

Data di pubblicazione: