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Specialmente in Emilia Romagna, Veneto, Trentino e Friuli

Gelo: ancora mattinate di passione al nord

Non è ancora passata l'ondata di freddo che sta interessando il nord d'Italia, in particolare le zone frutticole di Emilia Romagna, Veneto e Trentino Alto Adige. "La notte appena trascorsa - ha scritto il Condifesa di Ravenna ieri, 21 marzo 2022 - ha portato i termometri al di sotto dello zero in molte zone della Romagna. In particolare si sono distinte le località della bassa Romagna (Lugo, Cotignola e Bagnacavallo) con punte di -4,5° a causa della mancata copertura nuvolosa che in questi territori ha lasciato scendere velocemente le temperature dalla mezzanotte. Il vento è stato sempre presente a regime di brezza con qualche rinforzo importante su forlivese e ravennate, ove si sono viste anche nevicate tonde in prima serata".

Le prossime tre nottate saranno certamente molto critiche su tutto il territorio, anche per il probabile sereno, e le eventuali differenze saranno legate a nuvole passeggere o salti di vento.

Particolare di ovario bruciato dal gelo (foto Condifesa Ravenna)

"E' da almeno tre giorni - conferma Gianluca Barbacovi, presidente di Coldiretti Trentino-Alto Adige - che in alcune zone del Trentino si ricorre all'irrigazione antibrina per proteggere le drupacee, ma in certi casi anche meleti. Il problema è che negli ultimi giorni le temperature sono scese, anche se in maniera incostante, sotto lo zero. Per esempio nella zona di Besenello (Trento) si è arrivati anche a meno 7 gradi, mentre in altre località il termometro e sceso di 4 o 5 gradi sotto lo zero”. Per ora l’irrigazione anti-brina è stata attivata nella zona di Arco, Lavis e da alcuni agricoltori di Trento sud e della Vallagarina. "Al momento lo stadio fenologico del melo è molto indietro e la preoccupazione non è altissima rispetto le gelate. Il problema coinvolge soprattutto i ciliegi, perché le gemme in questo periodo iniziano a gonfiarsi e ad aprirsi, quindi c’è qualche rischio in più”.

Andrea Ferrini, presidente Condifesa Forlì-Cesena e Rimini, sottolinea che il cesenate, fra grandine e gelo, è più soggetto a danni rispetto al forlivese. E da cosa lo si deduce? "Lo si capisce dal fatto che le Compagnie di assicurazione hanno delle percentuali di rischio maggiori di alcuni punti nel cesenate rispetto al forlivese, segno che i dati storici indicano più danni. Mentre il comune in assoluto più a rischio, che alcune Compagnie quasi non vogliono assicurare per i danni in agricoltura, è Roncofreddo (Forlì-Cesena)".

Enrico Giunchi, produttore di Cesena con un centinaio di ettari di frutteto, afferma: "Nella mia zona, la temperatura è stata attorno allo zero, ma qualche danno, limitato, si nota per le temperature più basse raggiunte in precedenza. Occorre però aspettare qualche giorno per avere un quadro della situazione più chiaro".