Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber

Fragole: nel 2020 le esportazioni sono diminuite del 17 per cento

Le esportazioni di fragole italiane durante la stagione commerciale 2020 sono nuovamente diminuite rispetto ai buoni quantitativi inviati durante la campagna precedente, un volume di quasi 11.000 tonnellate, il -17% sul 2019. Anche il valore, con circa 31 milioni di euro, evidenzia un calo del 5% sull'annualità precedente.

Il prezzo medio, invece, con 2,86 euro/Kg, sale di ben quattordici punti percentuali rispetto alla quotazione del 2019 e si colloca come il prezzo medio più elevato delle ultime cinque campagne insieme all'ottimo posizionamento raggiunto nel 2018. 

Clicca qui per un ingrandimento.

Nel periodo 2016-2020 mediamente circa l'88% delle esportazioni riguarda i paesi dell'Unione Europea (28), durante l'ultima campagna sono scese del 20% rispetto a quelle raggiunte nel 2019 e si sono posizionate sulle 9.300 tonnellate. Il principale sbocco commerciale è, come consuetudine, il mercato tedesco, con una rappresentatività sul totale che flette al 35% del totale, il -26% sull'annata precedente.

Al secondo posto in ordine di importanza troviamo l'Austria con spedizioni stabili sul 2019 ed una rappresentatività sul totale che sale al 24% del totale. Segue con distacco l'export indirizzato alla Repubblica Ceca, in diminuzione del 27% rispetto alle buone performance della stagione antecedente, ferma al 7% del complesso.

In flessione di trentotto punti percentuali rispetto ai quantitativi del 2019 la quota di prodotto indirizzato verso la Slovenia al 5% del complessivo esportato. Al 4% del totale, segue, l'export verso la Slovacchia, con volumi più bassi di sei punti percentuali rispetto alla stagione scorsa con il 4% del totale. 

Le entrate di fragole estere nel nostro Paese durante l'ultima campagna si sono posizionate su poco oltre le 30.000 tonnellate il 27% in meno rispetto agli elevati ingressi del 2019. Il valore, con circa 67 milioni di euro, registra un calo di ventitré punti percentuali sull'annata precedente nonostante un prezzo medio di 2,18 euro/Kg che sale del 5% rispetto alla più contenuta quotazione dell'annata precedente.

Clicca qui per un ingrandimento.

La quasi totalità delle fragole di importazione giungono dai Paesi dell'UE28. Nel 2020 sono arrivati poco più di 30.000 tonnellate, il 98% del totale in flessione di ventisette punti percentuali rispetto all'anno precedente. La Spagna tradizionalmente ne detiene il primato, durante l'ultima campagna ha coperto circa l'81% del complesso in calo del 28% sull'elevato 2019. Nel 2020 i volumi di fragole spagnole giunti nel nostro paese sono stati di circa 25.000 tonnellate, un volume simile a quello dell'annata 2017.

Segue a distanza la Germania al 7% del totale, in flessione di ventiquattro punti percentuali rispetto alla stagione precedente con poco più di 2.100 tonnellate. In terza posizione le importazioni dalla Francia, anch'esse in diminuzione, -25% rispetto alla passata campagna, pari al 6% del complesso. Con distacco le importazioni da Paesi Bassi, Belgio e Grecia all'1% del complesso.

Le entrate dai Paesi europei extra-UE28 hanno rappresentato l'1% del complesso nel 2020 in flessione di cinque punti percentuali rispetto alla campagna precedente; il prodotto proviene esclusivamente dall'Albania. Ancora poco considerevoli pure gli arrivi dai paesi africani, unicamente Egitto, nel 2020 in leggera crescita sul 2019.

Il principale paese concorrenti dell'Italia è sicuramente la Spagna, sia per volumi prodotti che per propensione all'export. La zona di maggior produzione si identifica nell'areale di Huelva, che nella campagna in corso vede una sensibile riduzione delle superfici investite a fragola di circa il 3% e passa da un totale di 6.885 ettari del 2019 ai più attuali 6.675 ettari; il calo delle superfici a fragole è stato principalmente assorbito dalla coltivazione dei mirtilli.

Le esportazioni spagnole, nel 2020, hanno chiuso l'annata attorno alle 287.000 tonnellate, in flessione del 2% sui volumi inviati nel 2019. Il 35% delle spedizioni è indirizzato verso il mercato tedesco una quota abbastanza costante nel tempo con quasi 100.000 tonnellate quantitativo simili alla stagione precedente.

A seguire l'Inghilterra, con una quota al 14% del totale e volumi in lieve ascesa sulla campagna precedente che si pongono a poco più di 40.000 tonnellate. Anche verso la Francia sono stati spediti quasi 40.000 tonnellate in diminuzione di undici punti percentuali sulla stagione antecedente con circa il 13% del totale. Al quarto posto si colloca l'Italia con il 9% dei volumi complessivi, seguita dal Portogallo stabile al 5% del totale. 

Un altro paese concorrente ma con volumi esportati simili a quelli italiani è la Germania. Le spedizioni tedesche nel 2020 sono state in calo rispetto a quelle del 2019 e hanno seguito il trend già in atto da qualche annata che vede le spedizioni flettere in modo costante nel corso del tempo; durante il 2020 hanno infatti toccato il quantitativo più basso dell'ultimo quinquennio con circa 8.300 tonnellate, il -29% sulla stagione precedente.

L'Austria è il principale mercato di destinazione, con il 45% del totale durante l'ultima annualità, in calo di diciassette punti percentuali rispetto alla campagna precedente. A seguire le esportazioni verso il Regno Unito che copre il 16% del complesso e spedizioni in flessione di oltre il 45% sulla stagione scorsa.

I volumi indirizzati in Francia e Repubblica Caca coprono il 10% del totale ciascuno e risultano in calo rispettivamente del 22% e 29% sul 2019. Al 5% del complesso gli invii in Danimarca in aumento di dieci punti percentuali mentre l'export in Italia si colloca al 2% del totale e segna un -40% rispetto alle spedizioni dell'annata precedente. 

Clicca qui per un ingrandimento.

Le superfici italiane destinate alla coltivazione della fragola in coltura specializzata nel 2021, in base all'analisi condotta da CSO Italy, risultano in aumento di nove punti percentuali sull'annata scorsa e superano i 3.900 ettari. Stabili all'83% del totale gli impianti realizzati in coltura protetta, mentre il restante 17% viene coltivato in pieno campo; l'incremento rilevato riguarda sia gli investimenti in serra che in campo aperto, con il +9% ciascuno.

Le aree del sud Italia rappresentano circa il 66% della fragolicoltura nazionale, con un aumento del 10% sul 2020 mentre al nord si registra solo una lievissima crescita; in incremento anche le regioni del centro Italia. La Basilicata e la Campania si confermano i principali bacini produttivi che insieme coprono il 50% del totale nazionale. In Basilicata l'incremento stimato è dell'ordine di diciannove punti percentuali rispetto all'anno scorso, vengono così raggiunti quasi i 1.000 ettari; in Campania le stime sembrano evidenziare un +6%, anche in questo caso con quasi 1.000 ettari.

Si registra un aumento, seppur più limitato, anche nelle regioni a nord, nel Veneto le superfici a fragola sembrano salire del 3% mentre in Emilia-Romagna la variazione stimata è del +2% sulla passata stagione. Tra le altre regioni si registra un +3% in Piemonte e Calabria e stabilità in Trentino-Alto Adige.

La campagna commerciale 2021 è già pienamente nel vivo con i volumi in arrivo dalle regioni del sud Italia che si contendono il mercato con le produzioni spagnole. Ad oggi le raccolte iberiche sono giunte al 26% del totale, in ritardo rispetto a quelle dello scorso anno a causa di un andamento climatico che in modo alternato ha interferito sullo sviluppo della coltura: le piogge in autunno hanno favorito la crescita ma in gennaio un fronte polare ha causato l'interruzione dell'accrescimento e anche a seguire in febbraio ci sono state diverse perturbazioni con piogge intense che hanno interferito con le raccolte. La situazione meteorologica si è poi stabilizzata e l'andamento climatico ad oggi è più favorevole con temperature miti e consone alla coltivazione che nelle ultime settimane ha determinato un incremento produttivo.

Nel sud Italia, nell'areale del Metaponto, Il clima favorevole e il trapianto precoce delle varietà ha favorito fino a inizio gennaio una buona produzione di fiori ed un corretto sviluppo vegetativo della pianta. L'inizio di gennaio è stato caratterizzato da clima favorevole per la coltura e questo ha fatto pensare ad un anticipo rispetto agli scorsi anni, ma l'arrivo delle basse temperature hanno condizionato l'attività vegetativa e produttiva della coltura, determinando un blocco della pianta con risvolti negativi sull'anticipo di produzione, senza però causare danni alle piante.

Ad oggi la raccolta è giunta al 31% del totale grazie a una lunga fase dal clima primaverile avvenuta recentemente e che ha influenzato in maniera positiva la produzione sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo; l'abbassamento termico previsto per i prossimi giorni della settimana che dovrebbe riportare caratteristiche nuovamente invernali potrebbe rallentare la fase fenologica della pianta e quindi la produzione.

Nella zona di produzione dell'Agro Aversano in Campania l'andamento climatico della prima fase del ciclo produttivo è stato parzialmente favorevole. Tutti i mesi sono stati caratterizzati da temperature, sia la minima che la massima, superiori alla media storica. Gli abbassamenti termici si sono avuti unicamente in febbraio dove solo per 3 giorni la temperatura minima è scesa sotto 0°C. Questi abbassamenti termici notturni, però, non hanno causato danni rilevanti, poiché le gelate sono state di bassa intensità e non ripetute.

I mesi di dicembre e gennaio sono stati particolarmente piovosi e caratterizzati da bassa luminosità mentre il mese di febbraio si è caratterizzato dall'assenza di pioggia e con alta luminosità che ha favorito la crescita vegetativa e produttiva degli impianti di fragola. Gli impianti hanno beneficiato dell'andamento favorevole della temperatura dei mesi invernali e della luminosità elevata in febbraio creando le condizioni per un anticipo produttivo. 

Fonte: CSO Italy per FreshPlaza.IT

Data di pubblicazione: