Che il mercato delle arance abbia avuto finora remunerazioni ai produttori sotto alla media, non è una novità. E tale situazione va avanti da inizio campagna, o quasi. Ma occorrono particolari distinzioni, come osserva un grossista che lavora al nord d'Italia producendo direttamente in Sicilia.
"Tale situazione è determinata da una serie di fattori, prima di tutto il calibro dei frutti, che non è elevato", conferma il grossista Daniele Di Mauro, aggiungendo: "Infatti, le arance più grosse spuntano all'ingrosso, al nord d'Italia, buoni prezzi, anche 1,20 - 1,40 euro/kg; ma la maggior parte delle partite è costituita da calibri inferiori che non raggiungono quotazioni sufficienti".
A questo va aggiunto il fatto che i produttori sono i più penalizzati, perché le condizioni meteo hanno causato notevole scarto di prodotto, perciò le rese in campo sono inferiori al normale. Avendo meno prodotto, poco calibro elevato e prezzi bassi, gli agricoltori non riescono a ottenere un reddito dignitoso.
"Il biologico invece merita un discorso a parte - precisa Di Mauro, che è uno specialista in bio - Abbiamo notevoli richieste, con prezzi alla vendita sufficienti per un ritorno adeguato. La domanda di agrumi biologici è in crescita, in modo lineare, poco alla volta, ma ciò ci permette di far 'girare' buone quantità di prodotto".