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Continua il dibattito promosso da FreshPlaza: interviene Pietro Cernigliaro di ANDMI

Mercati all'ingrosso: ultima chiamata… per una vera politica di comparto

In due recenti interventi (cfr. FreshPlaza del 23 e 24 febbraio 2021) il presidente di Macfrut, Renzo Piraccini, e il presidente di Italmercati, Fabio Massimo Pallottini, hanno espresso la propria opinione in merito al futuro dei mercati agroalimentari all'ingrosso in Italia, con particolare riferimento ai fondi del "Recovery Plan".

In sintesi, Piraccini vede un limite nella proprietà prevalentemente pubblica dei mercati, suggerendo di separare la proprietà delle strutture, necessariamente pubblica, dalla gestione a maggioranza privata, mentre Pallottini sottolinea che la "regia pubblica significa trasparenza, sicurezza alimentare, opportunità per la produzione locale, par condicio verso tutti gli operatori vecchi e nuovi, argine all'illegalità". Inoltre, per il Recovery Plan rivendica di aver fatto in modo che gli investimenti nei Mercati fossero inseriti nella parte dedicata alla logistica del paese.

Pietro Cernigliaro presidente ANDMI

"L'Andmi e l'Associazione Osservatorio che ho l'onore di presiedere - esordisce Pietro Cernigliaro - ritengono importante dare il loro contributo alle questioni sollevate, con una particolare attenzione al Recovery Plan richiamato che, come è noto, prevede precise missioni e linee progettuali: digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e rispetto ambientale. E anche maggior efficienza nella pubblica amministrazione".

"E' opportuno sottolineare che i mercati, non a caso, rientrano fra i servizi pubblici degli enti locali. E ciò perché storicamente consentivano una duplice funzione: formazione del prezzo in condizioni di reale libera concorrenza e controllo della qualità e garanzia di salubrità dei prodotti in vendita".

La presenza dell'ente pubblico, generalmente il Comune, consentiva di controllare il regolare approvvigionamento dei centri urbani, oltre che tutelare la salute e il potere d'acquisto dei consumatori. Purtroppo, la gestione del servizio pubblico ha spesso palesato delle inefficienze sia per l'eccessiva burocratizzazione sia per la scarsa attenzione e preparazione dimostrata dall'ente preposto.

"Da qui l'intuizione del legislatore, (vedi Piano mercati - legge finanziaria n. 41/1986), di imporre - nel caso dei nuovi mercati - una gestione societaria mista, a maggioranza pubblica (Regioni, Province, Comuni, Camere di commercio) ma con l'obbligatoria partecipazione, seppure in minoranza, delle componenti private: le componenti pubbliche dovevano garantire il mantenimento della funzione pubblica, le componenti private dovevano stimolare una migliore efficienza. Purtroppo, l'improvvisazione dimostrata in occasione della Riforma della Pubblica Amministrazione (legge Madia) volta a ridurre la presenza del pubblico nelle società di gestione partecipate non ha portato alla necessaria riforma del sistema agroalimentare visto nel suo complesso. Diversi enti pubblici hanno subito risposto in modo semplicistico: ponendo in vendita le loro quote azionarie; naturalmente non si è presentato nessun acquirente".

"Il vero problema - prosegue Cernigliaro - consiste nel fatto che l'ente pubblico deve porre maggiore attenzione o, meglio, deve sforzarsi di conoscere meglio i temi di cui si occupa. Il mercato, oggi e ancor più in futuro, non deve essere solo una piattaforma logistica competitiva con la GD, ma deve essere inteso come cabina di regia per promuovere la politica del territorio nel campo della distribuzione alimentare. Il nostro paese è estremamente eterogeneo per storia, cultura, abitudini e vanta una biodiversità unica al mondo. Ciò giustifica anche il rilevante numero di mercati presenti sul territorio. Pertanto, occorre avere una visione politica capace di raccordare la nostra impareggiabile, per qualità ed eterogeneità, produzione agroalimentare con le risorse del territorio, in primo luogo con il turismo, attraverso la ristorazione di qualità (Horeca) che contribuisce alla valorizzazione del made in Italy e della dieta mediterranea, con un preciso riferimento alle nostre esportazioni".

"In particolare, la digitalizzazione deve consentire un efficace e trasparente controllo di filiera (blockchain) e i mercati debbono proporsi come centri di cultura e di intelligenza per promuovere questa straordinaria evoluzione, utilizzando principi e risorse del Recovery Plan.

Ecco quindi il riconoscimento di una nuova e più moderna funzione pubblica dei mercati.

"Il che richiede, però, anche una maggiore e migliore attenzione da parte delle componenti pubbliche interessate, le quali debbono conoscere meglio il comparto, al fine di addivenire a più efficienti ed efficaci decisioni e conseguenti linee direttrici. Operazione non facile, anche a causa della forte litigiosità presente nel nostro Paese. Ed è in questa direzione che da lungo tempo l'ANDMI (Associazione Nazionale Direttori Mercati all'Ingrosso) è impegnata per diffondere una crescente e approfondita cultura dei mercati".

"E, più di recente, ha ritenuto utile costituire l'Associazione Osservatorio MAA 4.0, allo scopo di coinvolgere in un unico ampio programma i mercati all'ingrosso, al fine di sollecitare tutte le componenti pubbliche a impegnarsi maggiormente in una intelligente politica del territorio, attraverso la più efficiente utilizzazione di tutte le risorse e di tutte le potenzialità esistenti", conclude Cernigliaro.