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Microcosmi e orticole hi-tech: una nuova frontiera in agricoltura?

Si parla sempre più spesso di coltivazioni indoor, ossia di produzioni orticole immediatamente disponibili al consumatore, perché coltivate magari all'interno di un supermercato, così da poter essere raccolte fresche e messe nel carrello della spesa.

Basilico sotto luce (OLED) diffusa e a spettro bianco 

E' forse questo lo scopo ultimo del progetto ISAAC (Innovativo Sistema illuminotecnico per l'Allevamento di vegetali in Ambienti Chiusi) condotto dall'ENEA di Portici? Lo abbiamo chiesto a Luigi d'Aquino, uno dei ricercatori a capo del lavoro, finanziato con circa 4,8 milioni di euro dal Ministero dello Sviluppo Economico, e che sta sperimentando per la prima volta sulle piante sistemi di illuminazione basati su sorgenti OLED (Organic Light Emitting Diode).

"Sebbene le sorgenti OLED siano al momento un po' lontane dalle applicazioni pratiche in agricoltura - spiega il ricercatore - la direzione che abbiamo preso in tal senso è quella giusta, considerata la sostenibilità e il basso impatto energetico cui tende. Il progetto vuole favorire la crescita di piante in ambienti chiusi attraverso l'utilizzo di un'illuminazione di nuova generazione, progettata per aumentare il comfort delle persone, risparmiare energia e limitare l'impiego di elementi tossici nei dispositivi illuminotecnici".

Luigi d'Aquino

Il progetto riunisce competenze dell'ENEA nel settore dell'agronomia e dell'illuminotecnica innovativa, del Gruppo FOS nel settore delle tecnologie informatiche e telecomunicazioni e della Becar (Gruppo Beghelli), nel settore illuminotecnico.

"La linea di ricerca nasce come prosecuzione di attività avviate con il progetto SMARTAGS - riferisce d'Aquino - che ha prodotto il brevetto internazionale ENEA-FOS denominato 'Microcosmo', un vero e proprio simulatore di campo hi-tech, realizzato per la prima volta in Italia, per la ricerca avanzata in agricoltura, ma la cui tecnologia può essere utile anche per la coltivazione, al chiuso e in ambienti estremi, di piante erbacee ma anche legnose (come olivo, patata, pomodoro, lattuga, basilico ecc. ecc.), utilizzando però sempre come substrato la terra, approccio considerato più sostenibile di quello idroponico, che prevede la coltivazione in acqua e senza suolo".

"Dai primi test, è emerso come l'illuminazione OLED con luce diffusa e a spettro bianco con tonalità calda - aggiunge a sua volta Maria Grazia Maglione, ricercatrice ENEA del Laboratorio Nanomateriali e dispositivi (in foto) - sia in grado di sostenere la crescita delle piante, sebbene sulle intensità luminose si debba ancora lavorare molto. Grazie, però, alle loro peculiari caratteristiche, quali larga area di emissione, generazione di luce diffusa e non abbagliante, elevata efficienza di conversione e quindi bassa temperatura di funzionamento che non richiede l'uso di dissipatori di calore permettendo dispositivi sottili e leggeri, gli OLED possono venire proposti per sistemi di illuminazione anche di design e di pregio, che potranno trovare applicazione per l'illuminazione sia per le persone negli ambienti chiusi sia per le piante, da arredo od orticole, contribuendo ulteriormente al benessere delle persone".

Contatti:
luigi.daquino@enea.it
mariagrazia.maglione@enea.it