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Le dinamiche competitive sul mercato dei carciofi tra Italia e Nord Africa

Per il carciofo di produzione italiana, le preoccupazioni arrivano quando si nota un intensificarsi delle importazioni di prodotto dall'estero già dalla seconda settimana di dicembre. Questa è una delle indicazioni emerse nel corso di un colloquio con Giorgio Mercuri, presidente della cooperativa agricola Giardinetto, intervistato circa la situazione della campagna cinaricola e sull'import di carciofi dai paesi extraeuropei.

"Per i carciofi, l'apertura ai mercati esteri si verifica di solito con l'arrivo delle prime gelate negli areali italiani - spiega Mercuri - Nel caso della Puglia, tradizionalmente le gelate si registrano alla fine di dicembre, quando le coltivazioni si trovano quasi al termine della loro prima fase produttiva. E' proprio in questo periodo che i mercati iniziano a rifornirsi dai Paesi nordafricani, in particolar modo da Egitto e Tunisia".

"Ma se i flussi cominciano a giungere già dalla seconda settimana di dicembre, è il caso di preoccuparsi poiché i Paesi a noi concorrenti, avendo costi di raccolta e di coltivazione più bassi di un terzo rispetto ai nostri, possono mettere in seria difficoltà gli agricoltori italiani. C'è anche da dire, però, che una buona parte dei volumi in entrata vengono utilizzati per il trasformato in sottoli (da non confondere con il segmento surgelati), poiché i carciofi italiani non sono sufficienti per coprire il fabbisogno del mercato nazionale".

"In Puglia, quest'anno le prime gelate sono arrivate in ritardo (nei primi giorni di gennaio), allungando così la campagna di qualche settimana e permettendo di posticipare l'import di merce estera, che pertanto non ha troppo disturbato il prodotto nazionale" conclude Mercuri.