"Da più di due settimane, la situazione commerciale dei carciofi è crollata totalmente. Subiamo l'onta di prezzi stracciati: solo 12 centesimi di euro a capolino. Sono quotazioni che si dovrebbero vedere solo ad aprile, periodo della carciofina, cioè sulla parte finale della stagione in cui il prodotto, giunto ormai a fine ciclo, viene destinato alle industrie di trasformazione". E' quanto riferisce Giuseppe Scudera, amministratore di Golden Fruit, azienda siciliana impegnata nella coltivazione di carciofi nella Piana di Gela, in provincia di Caltanissetta.
Giuseppe Scudera
"La situazione attuale è inaccettabile - prosegue l'imprenditore - perché siamo in un fase relativamente iniziale della campagna, i cui proventi dovrebbero servire a ripianare le spese di produzione".
Da notare l'accurata lavorazione del prodotto
"Il grosso dei volumi sta per arrivare e ci tocca assistere a un deprezzamento che mortifica un prodotto, come quello italiano, coltivato secondo i paramenti di legge più stringenti al mondo. Qui si rischia di andare al tracollo".
Scudera spiega che, oltre alla crescente e sempre più strutturata concorrenza da parte del prodotto di Egitto e Tunisia, "dobbiamo fare i conti con la pandemia e le relative restrizioni al settore Horeca. Basti pensare che buona parte dei nostri carciofi viene richiesta proprio dai ristoranti, attualmente in grande sofferenza. Purtroppo, neanche la GDO risponde con le richieste che eravamo soliti ricevere. Siamo al collasso!"
Con 110 ettari di carciofeto, coltivato interamente con la varietà Romanesco G1 e violetto, Golden Fruit è un punto di riferimento nel settore cinaricolo siciliano. La produzione non si limita solo ai carciofi, ma si estende, nell'ottica della stagionalità delle colture, al melone e all'anguria, per un'estensione di 30 ettari. A questi si aggiungono 11 ettari di cavolo cappuccio e 8 ettari in serra impegnati con peperone, raccolto nei tre stadi di maturazione: verde, giallo e rosso.