"In un contesto come quello italiano, dove si soffre la mancanza di soluzioni chimiche e ci si trova a fronteggiare una serie di parassiti, come ad esempio la cimice asiatica, la maculatura bruna del pero e la Xylella, parlare degli obiettivi della strategia Farm to Fork, appare anacronistico e contradditorio, se si fa riferimento a quelle che sono oggi sono le esigenze dell'intero settore. Oltretutto in un Paese che ha intrapreso, già da tempo, un percorso di grande sostenibilità, con la riduzione significativa dei volumi di agrofarmaci utilizzati". Sono queste le parole di Alberto Ancora, presidente di Federchimica-Agrofarma, durante il suo intervento nella prima giornata del Forum digitale di Medicina Vegetale.
"Il Farm to Fork è una visione strategica che non ha un carattere normativo. È un piano definito dall'Europa che rappresenta un'ottima occasione per far sedere tutti gli attori della filiera attorno a un tavolo per discuterne in modo approfondito. Credo che in questo momento sia opportuno non sottrarre ulteriormente soluzioni all'agricoltore, ma metterne a disposizione il più possibile, per cercare di ad aiutare il produttore a fronteggiare le diverse problematiche. Ovviamente, non parlo solo di agrofarmaci, ma anche di tecnologie digitale e nuove tecniche genetiche. È il giusto momento giusto per dare forza all'innovazione. E' impossibile parlare di sostenibilità senza includere l'innovazione. Non c'è una contrapposizione tra l'industria e il mondo del biologico, del quale ci sentiamo parte integrante, anche perché destiniamo un terzo delle nostre risorse per la ricerca e lo sviluppo del biologico".
Alberto Ancora, presidente Agrofarma Federchimica.
"Si tratta soprattutto di convincere il mondo produttivo ad andare in una certa direzione, e noi, come associazione nazionale e tutte le imprese di agrofarmaci, non abbiamo nessun pregiudizio ad andare verso questa direzione. Non è una sfida contro l'industria, ma nei confronti dello stesso settore e del mondo agricolo. Gli obiettivi di sostenibilità vanno perseguiti attraverso l'uso combinato e mirato di tutte le tecnologie, non attraverso una riduzione indiscriminata delle sostanze".
"Sappiamo – conclude il presidente Ancora - che la chimica, negli ultimi anni, ha fatto passi da gigante. Sappiamo, inoltre, che la chimica sintetica non è più pericolosa di una chimica naturale. Senza l'utilizzo di determinate sostante (come gli agrofarmaci) e con un uso professionale come viene fatto oggi, accompagnato da una serie di tecnologie, non si riuscirebbe ad avere cibo abbondante e a prezzi accessibili. Un concetto che il consumatore lo dà per certo. Se si sapesse come arriva il cibo arriva sulla tavola, il grande lavoro che c'è dietro, quale sforzo deve fare ogni giorno l'agricoltore e a quali competenze deve affidarsi per far arrivare cibo sano al consumatore finale, questo aiuterebbe a fare una comunicazione più corretta, piuttosto che lanciare messaggi rapidi e semplicistici".