Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber
L'obiettivo del progetto Ortoambiente che coinvolge anche Agribologna

Coltivare lattuga, cavolo e zucchino risparmiando il 30 per cento

Difendere le orticole con meno interventi è possibile. O, almeno, è l'obiettivo di un progetto che mira a individuare tecniche di difesa da fitofagi su colture orticole ad elevata sostenibilità ambientale, basate su strategie agro-ecologiche "Ortoambiente". Tale progetto è messo in campo anche dal gruppo Agribologna.

Giovanni Burgio, docente UNIBO

La finalità del piano è la riduzione (dal 20 al 30%) dei prodotti fitosanitari impiegati; un risparmio idrico compreso fra il 10% e il 30% e un consistente miglioramento della qualità delle acque e del suolo, grazie all'introduzione di fasce erbose.

Le colture oggetto della ricerca sono: lattuga, zucchino e cavolo. Le piante per nettare utilizzate sono: erba medica, coriandolo, grano saraceno. Le piante trappola: senape, colza e rafano. Gli insetti fitofagi bersaglio del progetto: miridi, afidi, altica. Gli insetti utili studiati: predatori sirfidi, coccinellidi, cecidomidi e crisopidi. Parassitoidi braconidi.

Larva di coccinella

"Il progetto - si legge in una nota di Agribologna - mirato alla difesa agro-ecologica avanzata delle colture orticole, è stato attivato nella sua prima fase, come da programma, nei mesi scorsi ed è in piena attuazione, nonostante la pandemia da Covid-19. Al centro della ricerca, in programma fino al prossimo agosto 2022, l'uso di fasce erbose, con piante ricche di nettare per attrarre insetti utili e contribuire alla lotta a quelli dannosi, negli ecosistemi aziendali".

"Premesse del Progetto sono: la numerosità e complessità delle colture orticole da mercato fresco (ancora tutta da studiare), la rapidità dei loro cicli di produzione, l'impiego di manodopera specializzata, gli attacchi sempre più dannosi - anche a causa del cambiamento climatico - dei fitofagi e il conseguente incremento dei costi di produzione".

Colonia di afidi

Fra le azioni innovative e integrate vi sono: l'uso di trappole a feromoni e piante trappola attrattive, come nel caso della difesa della lattuga dal miride Lygus rugulipennis, il più dannoso per questa coltura. Si tratta di metodiche di recente applicate all'estero, ma solo alle primissime fasi di introduzione e validazione a livello nazionale.

Fasce erbose con colture attrattive

Le coltivazioni oggetto della sperimentazione si trovano fra Bologna e Ferrara, e fanno riferimento alle aziende agricole: Società Agricola Dune S.S. di Finessi Eliseo e C; Società Agricola Manzoli S.S.; Telloli Tonino; Tonelli Gianni. Partecipano al progetto anche: Centro Agricoltura e Ambiente (capofila e coordinatore), Università di Bologna-Distal, Dinamica e cinque aziende agricole. Responsabile scientifico del Progetto è Giovanni Burgio, dell'Università di Bologna.

Rilevazione danni su lattuga

"Negli anni più recenti è stata prestata scarsa attenzione al trasferimento delle tecniche agroecologiche nel comparto orticolo. Una tematica molto complessa, in particolare se si pensa all'applicazione di queste metodiche sulle colture estensive, uno degli elementi più innovativi di OrtoAmbiente - commenta Burgio - La selezione delle piante da seminare a protezione della coltura deve essere accuratamente definita, in base a: fattori climatici, stagionalità e tempistica di applicazione; insetti che si vogliono combattere e quelli che si vogliono invece valorizzare".

Valentino Chiarini di Agribologna afferma: "Si tratta di tecniche dal grande potenziale, che hanno avuto qualche applicazione in Italia, ma non sono ancora valorizzate. Alcuni aspetti pratici hanno limitato e condizionato la diffusione delle piante trappola. La superficie da destinare alla pianta trappola non deve infatti essere superiore al 10-15% rispetto alla coltura, per evitare perdite di produzione. Come Agribologna, siamo orgogliosi e molto motivati di mettere le nostre esperienze, i tecnici specializzati e le nostre coltivazioni a disposizione di questo progetto, che è del tutto in linea con le esigenze manifestate dai consumatori e le strategie innovative e di tutela dell'ambiente portate avanti dal Consorzio".

Contatti:
Consorzio Agribologna S.c.a.

Via delle Viti, 5
40127 Bologna (BO) - Italy
Tel.: +39 051 994 1200
Fax: +39 051 994 1220
Email: [email protected]
Web: www.agribologna.it