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La riflessione di Salvo Garipoli (SGMarketing)

La sostenibile ricerca di ben-essere

La recrudescenza della pandemia indurrà il consumatore a ricercare prodotti in grado di garantire salubrità e benessere. Un'opportunità per il settore ortofrutticolo e per il retailer, da cogliere in maniera concreta con l'obiettivo di: elevare il percepito valoriale dell'offerta di prodotto fuori e dentro il punto vendita; coinvolgere lo shopper in rapporto alla propria responsabilità del consumo; sostenere il processo di acquisto in maniera consistente. Una tendenza che non è solo un'esigenza dettata dal momento, ma la strutturale volontà di bilanciare al meglio il pasto quotidiano in Italia e all'estero.

"E' ormai chiaro che siamo di fronte a uno scenario in cui la recrudescenza della pandemia in atto ci esporrà a una rinnovata ricerca di salubrità e benessere", Salvo Garipoli, direttore di SGMarketing, su LinkedIn. "Abbiamo già misurato l'effetto vitamina C che ha sostenuto le vendite di ortofrutta nel periodo del lockdown e di quanto proprio il ben-essere rappresenti il driver più rilevante, a supporto di uno shopping sempre più orientato a garantire salubrità e responsabilità del consumo".

Garipoli continua: "Se guardiamo al ruolo economico, il business del benessere, solo in Italia, ha un controvalore stimato in 135 miliardi di euro, un dato in costante ascesa che include anche tutte le attività correlate, come ad esempio quelle operanti nel campo delle consegne a domicilio o quelle che offrono tradizionali servizi di e-commerce (fonte mercati24)".

Una tendenza crescente destinata ad alimentarsi anche a livello mondiale. "A tal proposito, è rilevante notare come tra i 10 top food trends identificati da Whoole Foods per il 2021 emergano, al primo posto, i prodotti a più alto contenuto funzionale rappresentati dai cosiddetti superfood, dai probiotici e dai prodotti addizionati di vitamine e sostanze naturali in grado di sostenere al meglio il sistema immunitario, contro lo stress quotidiano", sottolinea il direttore di SGMarketing.

Per i più piccoli, in classifica, soluzioni on the go votate al salutismo a base di rabarbaro, carote viola e semi ricchi di omega3. Tra i prodotti traino, una conferma arriva dalla centralità dei legumi, ceci in primis, sinonimo di proteine e fibre, da godere al meglio in tutte le possibili combinazioni.

"Tutti esempi, questi, che mettono al centro dell'interesse dello shopper l'universo vegetale, sempre più supportato dalle logiche del consumo responsabile e trainato dalle scelte assortimentali dei player distributivi più evoluti".

A tal proposito, Garipoli sottolinea due iniziative di particolare interesse, che non hanno mancato di suscitare reazioni all'interno del settore:

  1. la prima targata Waitrose, dedicata ai più piccoli; con il retailer inglese che contribuisce a redigere una serie di sei libri dedicata ai kids sulla corretta alimentazione pubblicate sulla piattaforma educativa The Social Book Club (thesocialbookclub.com). Un percorso formativo che accompagna i lettori in un viaggio all'interno di un supermercato popolato da personaggi evocativi quali Sammy the Strawberry e Blake the Broccoli che si vantano, informando in maniera coinvolgente l'audience, dei propri poteri nutrizionali;
  2. la seconda, il lancio e successivo ampliamento da parte di Kroger, retailer statunitense di primissimo rilievo, della propria linea di prodotti plant based (www.kroger.com/b/simpletruth) con un paniere con oltre 50 prodotti da materia prima vegetale in risposta alla crescente sensibilità flexitariana, votata alla riduzione dell'assunzione di carne e latticini, a fronte di un incremento di frutta e verdura. Un'offerta in crescita che fa seguito all'annuncio da parte del retailer, nel mese di marzo, della volontà di vendere la carne a base vegetale, in test su 60 negozi e per un periodo di 16 settimane, all'interno della macelleria, con l'obiettivo di misurarne l'impatto e quantificare l'incidenza sulle vendite.

"Tre indizi che, con il beneplacito di Agatha Christie, fanno una prova, contribuendo a delineare un mercato in cui la rivoluzione vegetariana non è più solo un atto di fede, ma la precisa volontà di bilanciare al meglio il pasto quotidiano", conclude Garipoli.