"Non sarà ricordata come eccezionale, ma come una buona campagna, al modo in cui dovrebbe essere normalmente". Così Davide Previati, della Op Asipo, analizza la stagione del pomodoro da industria appena conclusasi.
"Per il nord d'Italia possiamo ritenerci soddisfatti, così come altri hanno già commentato. Nel distretto, la produzione è stata leggermente inferiore rispetto a quanto contrattato, ma la differenza è stata minima. Dal nostro osservatorio, abbiamo calcolato rese elevate nel precoce, con circa 70 tonnellate ad ettaro. Nella fase centrale, invece, le rese sono diminuite a causa delle alte temperature. Buon risultato, infine, sul tardivo".
La qualità è stata ottima, utilizzando come parametro il grado Brix. "Non vi sono state calamità naturali come forti temporali o grandinate, e ciò ha favorito la qualità. Alcune produzioni, in bassa percentuale comunque, non sono state raccolte a causa dell'accavallarsi delle produzioni. Fortunatamente, Regione e Ministero si sono attivate a gran velocità, permettendo un indennizzo a quei produttori che sono stati penalizzati dall'impossibilità delle industrie di ritirare il pomodoro. Ma è un problema che si è verificato solo per pochi giorni".
In Emilia Romagna sono oltre 25.300 gli ettari coltivati su un totale complessivo di 37.071 nel bacino del Nord Italia, che include anche Lombardia, Piemonte, Veneto. Qui, a fine luglio e ai primi di agosto, il caldo eccessivo ha favorito la maturazione in contemporanea delle bacche, rendendo complicato, se non talora impossibile, il ritiro del pomodoro pronto per la raccolta da parte delle industrie, già operanti al massimo della loro capacità produttiva.