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L'80% delle industrie conserviere chiude in anticipo la campagna del pomodoro

Una campagna anomala, quella dei derivati di pomodoro al Centro-Sud Italia, dove circa l'80% delle industrie conserviere chiude i battenti in largo anticipo, a causa della carenza di materia prima. Sul piano commerciale, una serie di congiunture concomitanti ha messo in difficoltà anche i più importanti player del settore, per via di una serie di criticità. La mancanza di volumi e prezzi in campagna ormai fuori controllo porteranno come conseguenza inevitabile la difficoltà a onorare con i clienti i contratti concordati in pre-campagna.

Galletto Conserve

Soprattutto per il pomodoro lungo pugliese della Capitanata, il raccolto ha toccato i minimi storici con rese/ettaro - quasi dimezzate rispetto alla media - che si attestano intorno a 50/60 ton/ettaro. Ciò a causa dell'andamento climatico avverso che, in misura diversa nei vari bacini produttivi, ha restituito nelle varie fasi del ciclo produttivo poco prodotto e, in alcuni casi, non idoneo alla trasformazione. I prezzi alla produzione sono aumentati, facendo saltare così gli accordi di giugno che avevano (non senza qualche difficoltà) definito il prezzo base del pomodoro al Centro-Sud Italia da industria tra parte agricola e industriale.

Ad aggravare la situazione, la mancanza di riserve di magazzino, conseguente alla pandemia: tutto questo, per giunta in un mercato estremamente competitivo, come è quello del settore retail, porterà a un inedito rincaro nei prezzi dei trasformati di pomodoro.

FrashPlaza ha raggiunto telefonicamente alcuni industriali rappresentativi del comparto conserviero campano per fare il punto della situazione.

Enzo Perano, amministratore delegato dell'impresa campana Perano Enrico & Figli Spa.

"Le difficoltà di questa campagna - dice Enzo Perano -  scardinano in qualche modo le leggi del mercato. Vero è che i produttori hanno venduto pomodori in campagna a prezzi superiori del 30% rispetto al solito, ma è altrettanto vero che le rese/ettaro risultano dimezzate. Adesso la palla passa all'industria, che dovrà fare la guerra al centesimo con la grande distribuzione italiana per garantire le forniture senza andare in perdita".

"La cartina al tornasole è la richiesta straordinaria di prodotto dall'estero, segno che il clima ha fatto danni ovunque e che di pomodoro ce n'è ben poco in generale. L'alternarsi dell'eccessiva piovosità dei primi di agosto, unito alle successive temperature elevate ha rovinato parecchio prodotto, cui è seguita un'inattesa accelerazione simultanea della maturazione dei pomodori".

Luigi Salvati, presidente della Salvati Mario & C. Spa - per lunghi anni, anche alla guida dell'Associazione di categoria ANICAV - commercializza trasformati di pomodoro a marchio Fontanella.

"La campagna del pomodoro lungo pugliese - precisa Salvati - si è già conclusa da un bel po', ma c'è anche carenza di pomodoro tondo tardivo dell'areale di Caserta e Battipaglia. Abbiamo chiuso la fabbrica in anticipo, perché lavorare 5/6 camion di pomodoro al giorno rispetto a una media di 30 non risolve la situazione, soprattutto se il prodotto non risponde ai nostri standard qualitativi".

"Sappiamo che il periodo di raccolta del pomodoro da industria si rivela sempre uno dei momenti più significativi per discutere e condividere con i numerosi operatori del settore: agricoltori, mediatori, industriali. E ogni annata presenta le sue difficoltà; la particolarità di quest'anno è che bisognerà ripensare un comparto che risentirà sempre più dell'instabilità climatica, che mina pesantemente ogni programmazione. Un danno consistente a tutta la filiera, in primis per chi coltiva, ma anche per chi trasforma".

A sua volta, Giuseppe Torrente, responsabile comunicazione e marketing dell'omonima azienda campana dichiara: "Tra qualche giorno concluderemo una delle campagne di trasformazione più complesse degli ultimi anni, caratterizzata da poco prodotto e prezzi alla produzione arrivati alle stelle. Ciononostante, abbiamo selezionato al massimo la materia prima, proprio per mantenere alti i parametri di qualità del marchio. Adesso la partita si gioca sulla capacità di garantire ai nostri clienti le forniture, perché non ci aspettavamo rese così basse rispetto alla campagna 2019. Vanno però contestualizzate in un'annata particolare, in cui si sono verificate una serie di problematiche climatiche, fitosanitarie e organizzative legate sin dalla fase dei trapianti alla pandemia".