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La situazione delle pere italiane a inizio settembre

Escludendo dalla considerazione le scorte, ormai esigue e con prezzi alti, del raccolto 2019, la situazione delle pere italiane al 9 settembre 2020 non sembra troppo drammatica.

FreshPlaza ne ha parlato con un operatore specializzato, il quale riferisce: "Novembre sarà il mese che darà i primi veri responsi sull'intera campagna della pera Abate, notoriamente la varietà principale del raccolto italiano. In generale, l'Abate segnerà un volume inferiore del 35% rispetto all'annata 2018, ma abbiamo ancora moltissimo tempo, di fronte a noi, per vedere come la situazione evolverà, anche perché la raccolta (che è quasi terminata) e la commercializzazione è cominciata molto in anticipo rispetto al solito. Forse si sentirà un po' di pressione nei calibri 60/65 e 65/70 verso ottobre, scarseggiando in generale le pezzature, quest'anno".

Per quanto riguarda le altre varietà, la raccolta e la vendita della pera Carmen è terminata, la Santa Maria è sotto controllo, con le partite di calibro maggiore in conservazione per la vendita tardiva e con i calibri inferiori al 65 in esaurimento.

Per la pera William, l'operatore riferisce: "Il raccolto è buono, nella media con il triennio 2016-2017-2018. Il calibro dei frutti è molto grosso, il che aumenterà la pressione sul prezzo per le dimensioni 70+. Infine, per la Kaiser la produzione risulta nella norma. I calibri più grandi entreranno in commercio tra 2-3 settimane e si proseguirà fino a fine marzo".

La produzione italiana nel contesto europeo
A livello europeo, le produzioni di pere, secondo i dati previsionali di CSO Italy si attestano su 2.199.000 tonnellate, in aumento del 12% se messe a confronto con la produzione 2019, anno particolarmente negativo per i volumi prodotti.

La produzione resta comunque in calo (-4%) rispetto alla media 2015-2018 a causa di danni climatici pesanti, in alcune zone produttive, per le gelate primaverili, pioggia durante la fioritura e grandine durante l'ingrossamento dei frutti.

L'Italia, e in particolare l'Emilia Romagna, culla della produzione di pere d'Europa ha subito, anche quest'anno, i danni climatici, con un -12% di produzione rispetto alle medie 2015-2018.

Anche Spagna e Portogallo rilevano un calo produttivo da danni climatico-ambientali, mentre Belgio, Paesi Bassi e Francia sono stabili o in crescita.

La testimonianza del Consorzio IGP
Entrate a pieno titolo nel pool di varietà identificabili con il bollino di Indicazione Geografica Protetta (IGP), le nuove entrate nella compagine delle Pere dell'Emilia Romagna sono le varietà estive Carmen e Santa Maria, che danno l'avvio alla campagna produttiva e che risultano sempre più apprezzate dai consumatori sia in Italia che sull'intero mercato europeo.

Piace la freschezza, la succosità, l'aroma, il colore e la campagna 2020, per loro, è partita con una domanda vivace del mercato e buone quotazioni. Quest'anno si sono avvantaggiate anche della minor produzione di frutta estiva a nocciolo (pesche e nettarine, albicocche e susine), falcidiate dalle condizioni climatiche avverse proprio in Emilia Romagna.

E' terminata anche la raccolta della William, la prima delle varietà autunnali, che si presenta quest'anno di qualità eccellente e anch'essa molto richiesta ed apprezzata dai consumatori.

In questi giorni, è in corso la raccolta delle varietà più tardive in particolare Abate Fetel e il Presidente del Consorzio Pera dell'Emilia Romagna IGP Adriano Aldrovandi (in foto qui sotto) ne descrive l'andamento e le prospettive.

"La produzione dell'Emilia Romagna, anche quest'anno, è stata ridotta da avversità climatiche e ambientali. Abbiamo, inoltre, una forte incidenza di danni da maculatura bruna, un parassita fungino che si attiva quando il clima è favorevole alla sua diffusione"

"Credo che, in questo momento, ricerca e innovazione siano prioritarie per mettere a punto tutte le migliori tecniche per far fronte a questi problemi e la Regione Emilia Romagna sta lavorando a pieno regime su questo fronte che sto seguendo passo passo. Noi produttori siamo in costante lotta contro le avversità e, devo dire che, i problemi dei cambiamenti climatici li sentiamo per primi".

"Dobbiamo proteggere i nostri frutteti con reti sempre più tecnologiche ed evolute che evitano i danni delle grandinate, evitano gli attacchi di cimice asiatica, altro flagello attuale. Senza reti, la produzione, quest'anno, è molto danneggiata e ci salviamo solo se abbiamo la tutela assicurativa".

"Credo molto nella ricerca e credo nel lavoro, fatto assieme da tutta la filiera, per uscire da queste difficoltà. Ma si deve fare presto e prendere la strada giusta, altrimenti perdiamo la leadership produttiva".

"Pensando alle pere IGP – prosegue Aldrovandi – non abbiamo problemi di quantità perché i volumi di IGP commercializzati sono ancora molto bassi e abbiamo un prodotto eccellente, per tutte le varietà previste dal disciplinare che sono Carmen, Santa Maria, William, Abate Fetel, Decana del Comizio, Kaiser e Conference".

"Quest'anno, porteremo a termine il Progetto di Promozione nell'ambito del PSR della Regione Emilia Romagna che prevede una comunicazione rivolta ai giovani consumatori con l'utilizzo principalmente di strumenti social ed eventi di presentazione del prodotto realizzati in modalità tale da mettere in contatto produzione, distribuzione e consumatori".

"Non è facile questo momento – conclude il Presidente Aldrovandi- ma siamo certi che le istituzioni nazionali e regionali capiranno che è indispensabile sostenere la produzione di pere in Emilia Romagna perché rappresenta, in assoluto, la produzione frutticola leader nazionale e occupa, considerata l'intera filiera, circa 100.000 lavoratori".