E' molto complicata, la situazione relativa alle esportazioni di ortofrutta italiana. Lo confermano i dati di Fruitimprese. "Nei primi 5 mesi del 2020 – dice il presidente Marco Salvi – l'Italia registra un calo delle esportazioni pari al 7,8% per quello che riguarda i volumi, ma un aumento in medesima proporzione (+7,8%) per quanto riguarda il valore. Ciò significa che l'Italia ha esportato meno prodotti, ma di maggior valore e quindi a un prezzo più alto".
Nel dettaglio, nel periodo gennaio-maggio 2019 l'Italia aveva esportato 1,5 mld ton di ortofrutta, contro 1,4 mld ton del periodo gennaio-maggio 2020. In termini di valore, nei primi 5 mesi del 2019 era stata esportata ortofrutta pari a 1 miliardo e 860 milioni di euro, contro 2 miliardi del medesimo periodo 2020.
L'Italia punta sempre di più alla qualità della propria ortofrutta, lasciando il mercato delle commodities, cioè delle merci indistinte e di bassa qualità, ad altre nazioni emergenti. "Produrre frutta e verdura dall'alto profilo organolettico è il nostro punto di forza e non possiamo percorrere altre strade. Poi, però, capitano situazioni contingenti che causano una diminuzione nelle quantità disponibili".
Magazzino di lavorazione frutta (foto d'archivio)
A questo proposito, il 2020 sarà ricordato non solo per il lockdown, ma anche per la terribile gelata che ha distrutto migliaia di ettari di drupacee, specie nel nord d'Italia. Diversi stabilimenti di lavorazione della frutta sono stati chiusi per mancanza di prodotto. Gli agricoltori che non avevano sottoscritto un'assicurazione contro le gelate, a difesa del reddito, stanno attraversando una situazione molto difficile dal punto di vista economico. Anche nel sud d'Italia ci sono stati problemi produttivi, ma inferiori rispetto al nord.
"E parte delle esportazioni – aggiunge Salvi – sono state frenate anche dal maltempo estivo: forte pioggia, grandine e vento hanno danneggiato o distrutto molte tipologie ortofrutticole. Le imprese hanno dovuto scartare alte percentuali di prodotto al fine di offrire ai consumatori sempre ortofrutta di alta qualità, ma le rese in campo sono diminuite, mentre i costi sono aumentati".