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A cura di Luigi Gallo, Azienda regionale per lo sviluppo dell'agricoltura calabrese (ARSAC)

La biodiversita' orticola del Pollino: qualita', economia verde e occupazione giovanile

All'interno del Parco Nazionale del Pollino, nel territorio dei comuni di Mormanno, Laino Castello e Laino Borgo, in provincia di Cosenza, si è sviluppata un'orticoltura tipica, di qualità e compatibile con la conservazione del patrimonio naturale.

Questo tipo di orticoltura a basso impatto ambientale, che oggi vede impegnati prevalentemente giovani imprenditori e giovani braccianti agricoli, si è sviluppata grazie ai tanti progetti svolti dall'inizio degli anni 90 dal Ce.D.A.n. 2 dell'Azienda regionale per lo sviluppo dell'agricoltura calabrese (ARSAC) di Castrovillari in collaborazione con diverse e prestigiose Istituzioni di ricerca (CREA-Centro ricerca per l'orticoltura di Pontecagnano-SA, Istituto di bioscienze e biorisorse del CNR di Bari, Università mediterranea di Reggio Calabria, ENEA, UNICAL).


Particolare di coltura di pomodoro.

L'area interessata alla valorizzazione dell'orticoltura - di circa 2000 ettari - è servita da impianti irrigui realizzati tra gli anni '80 e '90 dal dall'ex Consorzio di bonifica del Pollino (attualmente Consorzio di bonifica integrale dei bacini settentrionali del cosentino) ed è attraversata dalla strada statale 19 e dall'autostrada del mediterraneo A2 (ex A3) con i tre svincoli di Laino Borgo, Mormanno-Scalea e Campotenese.

Specie orticole e pratiche colturali
"Le principali colture a ciclo primaverile-estivo, che nel corso degli anni si sono diffuse in quest'area del Pollino sono: zucchino; pomodoro; aglio bianco di Laino Borgo a marchio De.Co; fagiolo borlotto ceroso nano; fagiolo borlotto ceroso rampicante; fagiolo bianco ceroso rampicante e fagiolo poverello bianco a marchio De.Co" spiega Luigi Gallo (foto a lato) dell'ARSAC-Centro di Divulgazione Agricola (Ce.D.A.) n. 2 del Pollino-Castrovillari (CS).

Per la coltivazione e la difesa dai parassiti delle varie specie, nelle aziende orticole dell'area in esame si adottano sistemi a basso impatto ambientale che permettono di ridurre sia i costi che la quantità dei prodotti chimici immessi nell'ambiente, garantendo, così, la sicurezza e l'igiene dei prodotti destinati al consumo.


Coltura di zucchine in produzione.

"La pratica della rotazione e l'impiego di letame sono posti alla base della nutrizione delle specie coltivate. Per alcune colture sono state verificate le dosi ottimali di letame e di fertilizzanti - continua Gallo - Per la difesa dai parassiti, nel corso degli anni si sono messi a punto dei programmi di lotta fitosanitaria, con un ridotto uso di prodotti chimici di sintesi, ai quali gli agricoltori, opportunamente formati e orientati dai tecnici del Ce.D.A. n° 2 dell'ARSAC, devono attenersi".

Gli aspetti economici e il ruolo dei giovani
"Dai dati ottenuti da una nostra indagine (riportati nella tabella sotto), si evince che le potenzialità remunerative delle principali colture praticate nell'area del Parco Nazionale del Pollino sono alquanto interessanti e allettanti anche per i giovani" sottolinea Gallo.


Clicca qui per un ingrandimento della tabella.

Come è noto, in queste aree, il produttore agricolo, oltre a svolgere la funzione di imprenditore, riveste anche il ruolo di proprietario fondiario che copre con il suo lavoro i fabbisogni dell'azienda.

"Pertanto, i costi espliciti sostenuti per un ciclo produttivo delle colture sono contenuti e variano, a seconda della specie, dal 30 al 45% del valore della produzione, mentre il reddito lordo tende a coincidere con il reddito netto, cioè a quanto l'operatore agricolo porta a casa dopo la vendita del prodotto, al netto delle spese per gli input esterni".

Le tecniche di coltivazioni di queste specie orticole sono estremamente semplici e permettono un'organizzazione aziendale del lavoro concentrato in un periodo che non supera cinque mesi all'anno (da maggio a settembre).


Produzione di fagiolo borlotto ceroso rampicante pronto per il mercato.

"Per questo, la produzione orticola si rivela più allettante per i giovani - rimarca Gallo - anche per quanti non abbiano esperienza nel settore agricolo. Con questa consapevolezza, più recentemente abbiamo svolto dei seminari frequentati da giovani imprenditori e riguardanti gli ecotipi locali l'orticoltura tipica e di qualità del Pollino".

Altro vantaggio economico di queste produzioni è che non richiedono grandi investimenti e non presentano, quindi, un rischio d'impresa elevato. I mercati di sbocco dei prodotti orticoli del Pollino sono principalmente locali con particolare riferimento alle zone balneari della Regione Calabria, frequentate d'estate da un gran numero di turisti. Ciò non toglie che parte del prodotto trovi collocazione in altri mercati calabresi e, anche se in misura minore, nelle Regioni vicine (Sicilia, Campania, Puglia).


Coltura di pomodoro.

L'accettazione sul mercato degli ortaggi ottenuti nel Parco Nazionale del Pollino è legata alla crescente domanda di "ambiente e natura incontaminata" da parte dei consumatori e che è pienamente soddisfatta dalle produzioni ottenute in tale area protetta e dai rigorosi protocolli colturali, messi a punto dai tecnici dell'ARSAC e rispettati dai produttori.


Coltura di brassicacee (cavoli, rape e altre specie).

Infine, Gallo fa una considerazione: "Tali produzioni non hanno, finora, conosciuto crisi di mercato e questo permette di prevedere un'ulteriore espansione delle produzioni sia in quantità sia in numero di specie, inserendo nelle rotazioni colture adatte all'ambiente come la lenticchia di Mormanno, già ampiamente sperimentata dall'ARSAC, l'aglio di Laino Borgo, le brassicacee (rapa, cappuccio, verza, cavolfiore, cavolo broccolo), le composite (cicorie, lattughe, radicchi) e tante altre specie ed ecotipi locali che possano completare l'offerta e soddisfare una domanda che si fa sempre più variegata".

Per maggiori informazioni
Luigi Gallo
Cell.: +39 349 2808998
Centro di Divulgazione Agricola (Ce.D.A.) n. 2 - ARSAC di Castrovillari (CS)
Email: luigi.gallo@arsac.calabria.it