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L'intervento del presidente Cia Verona

Prezzi in discesa, obbligatorio correre ai ripari

Prezzi dell'ortofrutta in discesa nel veronese. Lo conferma una nota dell'ufficio stampa della Cia di Verona. Gelate, cimice asiatica, conseguenze del lockdown, problemi di manodopera: il 2020 non passerà in fretta e non sarà dimenticato facilmente. 

Spiega Andrea Lavagnoli, presidente di Cia Agricoltori Italiani Verona: "Rispetto a un anno fa, le angurie e i pomodori hanno visto il prezzo all'origine crollare del 60%, le zucchine, i meloni e i cetrioli del 50%, le insalate, le melanzane e i fagiolini del 40% e i peperoni del 15%. Angurie, cetrioli, insalate, melanzana, zucchine sono pagate 0,20 euro/kg; meloni e pomodori tra 0,50 e 0,70 euro/kg. Il costo sostenuto dai produttori al chilogrammo, a seconda della coltura, varia tra 0,50 e 1,5 euro".

"Le cause sono due: una è l'apertura delle frontiere, dopo il lockdown, che ha portato sul nostro mercato i prodotti stranieri; la seconda è il calo dei consumi. Da ricordare che da tempo si assiste a un calo strutturale dei consumi interni dei prodotti freschi, situazione che rafforza ulteriormente il potere di mercato della grande distribuzione organizzata".

Il calo dei consumi è causato principalmente dall'assenza del flusso turistico, dalla chiusura e ridotta attività di alberghi e ristoranti, ma anche e forse soprattutto, da un cambiamento nella modalità di spesa che riguarda direttamente anche i prodotti ortofrutticoli.

"Molte persone non acquistano alcuni prodotti ritenendoli, in rapporto alla ridotta capacità di acquisto, superflui – sottolinea Lavagnoli –  Peraltro, per il timore di contagi, chi ha avuto la possibilità si è costruito un piccolo orto familiare, in modo da garantirsi il più possibile l'autosufficienza. Mentre si susseguono webinar tra esperti per parlare di agricoltura, proposte di costruzione di cantieri su quale governance dare al settore ortofrutticolo, annunci di sperimentazione per fantomatici fondi mutualistici per l'agricoltura, gli agricoltori lasciano i prodotti sulle piante e quando li raccolgono li buttano a terra nella speranza che il raccolto successivo veda una qualche variazione dei prezzi di mercato".

E le istituzioni cosa fanno? "Il governo nazionale e regionale - conclude il presidente - dichiarano l'importanza del settore agricolo per il sistema Italia ma, nella realtà, molti dei loro annunci e proclami non avranno seguito o, se l'avranno, sono destinati a rappresentare dei pannicelli caldi sia per l'esiguità dei fondi, sia per la farraginosità dei procedimenti".