“A circa una settimana dalle grandinate in provincia di Taranto, e dopo aver fatto un giro accurato tra le piante, posso ritenere la campagna agrumicola 2020 terminata. La percentuale di danno è del 75-80%, ma rischio di non commercializzare neanche quel poco di prodotto rimasto". E' molto amareggiato Domenico Maraglino, imprenditore agricolo di Massafra, che da oltre 40 anni svolge professionalmente il suo lavoro.
"La parte di prodotto che si è salvata dagli eventi climatici presenta, in buona parte, delle ferite sul frutticino: è una caratteristica non gradita dai mercati e dai consumatori, anche se l'arancia o il clementine in questione mantengono le stesse caratteristiche organolettiche e di gusto. Pertanto, rischio di avere serie difficoltà di vendita una volta che il frutto giungerà a maturazione".
"Stiamo parlando di poco meno di 3 ettari divisi tra clementine Fedele, arance Navel e la cultivar tardiva Lanelate, mentre non risultano danneggiati limoni e lime perché protetti da sistemi di copertura.
Oltre che sul frutto in fase di ingrossamento, i danni sono evidenti anche sulle piante: il forte vento ha spezzato rami del diametro di 5 cm, mentre la corteccia del tronco è vistosamente lacerata”.
La previsione dell’allungarsi dell'effetto Covid-19 fa comunque pensare che ci sarà notevole interesse, da parte dei buyer, alla commercializzazione degli agrumi, senza differenza tra prima e seconda scelta.