"Dal punto di vista dei prezzi, per noi la stagione delle drupacee risulta buona. Meno quando si tratta di volumi. Non c'è offerta". A dichiararlo è Cédric Geens della W. Jonckheere, grossista di frutta e verdura di Bruxelles (Belgio). Geens attribuisce questa situazione non solo al bel tempo estivo in in Nord Europa ma anche a un'offerta limitata proveniente dall'Europa meridionale. Inoltre, il grossista segnala che la carenza di offerta è causata dal maltempo, soprattutto in Spagna. Ma il clima non è stato clemente nemmeno in Italia o in Turchia. All'inizio di giugno, infatti, sul mercato si prevedevano volumi leggermente superiori di drupacee.
Stefan Adriani e Cédric Geens della W. Jonckheere
Geens pensa però che il clima dell'Europa meridionale - temperature troppo basse, molto vento e forti grandinate - continuerà a oscillare. Non è quindi chiaro quali danni provocherà. "Sto lavorando sul presupposto che almeno il 50% delle ciliegie subirà dei danni. E pesche e nettarine registreranno circa il 30% in più di problemi, rispetto al solito".
Secondo il grossista, negli ultimi anni c'è stata una maggiore attenzione al sapore. E le varietà di nettarine stanno rispondendo meglio, rispetto alle pesche. Quindi, in Belgio, le pesche passano sempre più in secondo piano. "Le nettarine sono lisce e più facili da mangiare. La buccia di una pesca è meno appetibile".
"Per quanto riguarda i meloni – dice Geens – la produzione ha sofferto molto il freddo clima spagnolo, nel periodo di fioritura. Ciò ha portato a prezzi straordinariamente alti per l'anguria spagnola. Tutti gli altri meloni sono stati posticipati. Stiamo ricevendo scorte limitate, perché molti raccolti sono andati perduti. Dovremo aspettare per vedere l'entità dei danni e quello che accadrà le prossime settimane in Spagna".
Geens afferma che il coronavirus ha avuto un impatto maggiore sulla domanda di frutta e verdura. Questo perché le persone avevano più tempo per fare acquisti e preparare i pasti in casa. "Abbiamo notato una differenza rispetto agli altri anni". Tuttavia, il grossista ritiene sia un problema per i coltivatori.
I mercati belgi funzionano ancora solo su piccola scala e quindi è difficile vendere prodotti di II categoria. Nelle passate annate, questo non è stato un problema. "Il commercio dei prodotti di I categoria ora riguarda il 90% delle attività. Questo è un grande problema per molti produttori. Non hanno alternative per i frutti un po' meno invitanti", conclude Geens.
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Cédric Geens
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