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Le esportazioni cilene di uva da tavola si riducono del 7,6%

La stagione cilena dell'uva da tavoladi quest'anno si è conclusa con un calo delle esportazioni del 7,6%. Sembra che le esportazioni siano in calo anche in altri settori. Vi è, tuttavia, una crescente domanda di nuovi ciliegi nel sud del Paese.

La siccità ha causato un calo della domanda di alberi da frutto
Il presidente dell'associazione cilena dei vivaisti afferma che la persistente siccità nel Paese ha alterato la domanda per gli alberi da frutto. I produttori delle regioni centrali di Coquimbo e Valparaiso stanno reindirizzando i loro investimenti. C'è un calo nella richiesta di alberi di agrumi e avocado.

I vitigni e l’uva da tavola sono i prodotti più importanti per i vivai di alberi da frutto, nonostante quest'anno si registri un calo della domanda del 20%. Al contrario, nelle province meridionali del Cile, aumenta la domanda per gli alberi di ciliegie. Dopo la produzione per il mercato locale, il Cile esporta alberi da frutto per un valore di 36 milioni dollari. La maggior parte di questi ciliegi arriva in Perù (40%), Messico e Brasile.

L'impegno del governo cileno
Il governo cileno ha imposto delle misure restrittive nell'ambito dell'approvvigionamento alimentare. Ciò viene fatto su scala nazionale durante l'attuale crisi sanitaria. Oltre a questo, il Cile si sta muovendo anche in ambito internazionale, partecipando attivamente alla discussione sulle modalità per mantenere attivo il commercio agroalimentare internazionale, durante l'attuale crisi del Coronavirus, in America Latina, così come nei Paesi APEC.

Il Cile ha aderito a un'iniziativa di sei Paesi, guidata dal Canada. Queste nazioni stanno cercando di prevenire le barriere commerciali e mantenere la libera circolazione delle persone. Il direttore dell'ODEPA (Ufficio cileno per gli studi e le politiche agricole), durante una riunione dell'OCSE si è pronunciato a favore della cooperazione internazionale per garantire la sicurezza alimentare.

I produttori di uva da tavola affrontano le difficoltà insieme 
La stagione cilena dell'uva 2019/20 si è chiusa con un calo delle esportazioni del 7,6%. L'importante settore vitivinicolo del Paese deve affrontare svariate difficoltà: la siccità, i disordini sociali e la domanda di nuove varietà.

E' stato avviato un programma guidato da CORFU: esso prevede che i viticoltori della regione settentrionale di Atacama lavorino insieme per cercare di rendere più competitivo il settore cileno dell'uva da tavola CORFU è la Production Development Corporation del governo cileno.

Procedure ispettive concordate
Il servizio fitosanitario agricolo e zootecnico del Cile, il SAG, ha collaborato con le sue controparti americane, la statunitense APHIS e l'ASOEX (l'associazione degli esportatori di frutta), al fine di garantire che le ispezioni in fase d'esportazione procedano senza intoppi. Dal 2017, esiste un luogo di ispezione a Cabrero, a 500 km a sud della capitale cilena, Santiago, dove i prodotti agricoli vengono ispezionati per l'esportazione negli Stati Uniti.

Quest'anno, nonostante le severe misure anti-Coronavirus, sono state controllate 3,2 milioni di casse. In questo sito di ispezione vengono controllate soprattutto le casse di mirtilli, mele, pere e ciliegie delle regioni meridionali del Paese. Quest'anno sono stati ispezionati anche bulbi da fiore (tulipani, peonie), cipolle e zucche.

Le conseguenze finanziarie del Coronavirus
Le banche cilene sono riluttanti a concedere nuovi prestiti al settore agricolo, nonostante le garanzie governative. I costi per la raccolta che gli agrumicoltori stanno affrontando sono più alti del 20%, in questa stagione. Ciò è in parte dovuto alle norme igieniche più rigorose. La crisi sanitaria globale significa che i mercati di vendita internazionali non sono stabili. Le banche in Cile hanno differenti criteri di prestito. Questo sta causando la mancanza di quel supporto finanziario necessario agli agricoltori per resistere a queste sfide. Si prevede che ci vorranno anni, prima che i finanziamenti tornino ai livelli precedenti.

Fonte: The Chilean Agricultural, Nature and Food Quality MinistryEl Mercurio

Data di pubblicazione: