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Frutta spagnola sugli scaffali, l'opinione di Cristian Tozzi

'Importazioni inutili e dannose quando c'e' il prodotto nazionale'

Ogni giorno arrivano segnalazioni di presenza di pesche e nettarine spagnole sugli scaffali della Gdo. Da un lato, i produttori si lamentano perché arriva prodotto a prezzo più basso, e che entra in competizione togliendo spazio al made in Italy; dall'altro lato, come l'Italia esporta tutta la sua frutta in tutto il mondo (Spagna compresa) non si capisce perché lo scambio di merce dovrebbe essere unilateralmente interrotto.

"Secondo me, serve più sensibilità da parte di tutti - commenta Cristian Tozzi, importante produttore della zona di Forlì - dai commercianti, grossisti, buyer della Gdo e soprattutto consumatori. In altre nazioni, come Francia e Germania, quando arriva in produzione il prodotto locale, quello estero non viene più acquistato. E' naturale che sia così, senza leggi e imposizioni".

Foto scattata il 23/05/2020 in un supermercato del nord d'Italia

La legge di un mercato liberista come quello della UE non vieta agli importatori italiani di commercializzare il prodotto spagnolo. "Ed io come produttore ed esportatore - precisa Tozzi - sono ben contento che negli altri paesi dell'UE non vi sia una legge che vieta l'importazione di prodotto italiano. Rimane però il fatto che l'importazione di drupacee dalla Spagna ha senso fin quando queste non vanno a sovrapporsi alle produzioni nazionali. La Spagna gode geograficamente di un vantaggio, che le permette di entrare in produzione circa 20 giorni prima come minimo; in questo breve lasso di tempo, perché privare il consumatore della possibilità di assaggiare le primizie spagnole? Però, poi, con l'entrata in produzione delle primizie nazionali dalle regioni precoci della Basilicata, Sicilia e Puglia, non vedo perché continuare a vendere nei supermercati italiani prodotto straniero".

Cristian Tozzi

"Ora, ad esempio, che la produzione nazionale è cominciata da diversi giorni, non ha senso che sugli scaffali dei nostri supermercati vi sia frutta di origine Spagna, come non ha senso che, parlando di kiwi, ci sia la presenza massiccia del prodotto greco. Quello che servirebbe non è una legge che lo vieta, ma una campagna di sensibilizzazione del consumatore in primis, ma anche dei buyer e manager della GDO nazionale. Occorre solo proseguire in una sensibilizzazione del consumatore che già è cominciata con l'esperienza dell'epidemia del Covid, che ha fatto emergere in tutti gli Italiani un po' di buono e sano patriottismo".

Per la promozione del made in Italy, dovrebbe essere il ministero a lanciare azioni chiare e concrete. "Magari la ministra Bellanova lo facesse con la stessa passione con cui ha portato avanti la lotta al caporalato. Oltretutto, perché senza la concorrenza di "sleale" di paesi stranieri che hanno costi di produzioni inferiori ai nostri, si potrebbe garantire ai produttori italiani la giusta remunerazione, senza magari costringerli a ricorrere a stratagemmi poco trasparenti per abbassare i costi di produzione", conclude Tozzi.

Contatti
Tozzi Frutta
Via Zampeschi 172
47122 Forlì
Tel.: +39 0543799424
Email: info@tozzifrutta.it
Web: www.tozzifrutta.it