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E' il Distretto degli Agrumi di Sicilia la cabina di regia ideale per l'agrumicoltura italiana

"Ho apprezzato molto il rapporto sulla 'Competitività della filiera agrumicola - aprile 2020' pubblicato dall'Ismea, perché grazie ad una analisi puntuale offre molti spunti di stringente attualità e di riflessione", afferma Federica Argentati, presidente del Distretto Produttivo Agrumi di Sicilia.

Federica Argentati (Berlino 2020)

"Il report fotografa bene la situazione della filiera agrumicola – continua Argentati – e approfondisce anche le necessità della filiera, in fatto di aggregazione, di comunicazione e valorizzazione delle produzioni agrumicole di qualità, Dop, Igp e biologiche. Purtroppo, però, non tiene conto del fatto che il Distretto Agrumi di Sicilia su molti fronti lavora da anni e anche con una certa visibilità a livello nazionale".

"In un passaggio del rapporto – spiega la presidente - si dice chiaramente che servirebbe una cabina di regia di sistema e molti altri in cui si indica la necessità di aggregazione, di cooperazione, di azioni condivise. Mi dispiace che non si faccia cenno a cosa già esiste, quantomeno nella nostra realtà regionale in Sicilia: il Distretto Produttivo Agrumi di Sicilia è nato ed è riconosciuto dalla Regione Siciliana proprio a questo scopo. Al suo interno ci sono molte aziende della filiera, cooperative, OP, consorzi, tutti i Consorzi di tutela delle produzioni di qualità siciliane (Dop, Igp e Biologico), ci sono le associazioni di categoria, gli enti di ricerca e le università. Più sistema di questo? Da anni il Distretto lavora in questa direzione, ha fatto e continua a fare tanto sul fronte dell'aggregazione e nel provare a mettere a sistema la filiera. Non è semplice, ma i risultati non sono certo da ignorare".

Da sempre il Distretto, effettivamente, promuove accordi di filiera, mette in campo progetti di ricerca che coinvolgono tutto il comparto, dal produttore al trasformatore, affronta quasi tutte le tematiche poste dal rapporto.

"In Sicilia, il Distretto può benissimo fare da cabina di regia – sottolinea l'esperta - magari con un rafforzamento della sua funzione a livello regionale, concordata con l'Assessorato all'Agricoltura. Ovviamente, siamo pronti a far parte di un organismo di sistema di livello nazionale. D'altronde, il 58% dell'agrumicoltura italiana sta in Sicilia e abbiamo già più volte interloquito con Ministero e Governo per formare tavoli tecnici e concordare interventi di vario tipo. Su molti fronti indicati dal rapporto Ismea siamo già attivi. Il piano di settore che indica Ismea, in Sicilia lo chiediamo da anni".

Foto di repertorio

"L'attenzione alle risorse idriche, ad esempio – chiarisce Argentati - Da un paio di anni, abbiamo attivato progetti su questo fronte, anche con l'utilizzo delle tecnologie. Col progetto NCWR abbiamo installato, in via sperimentale, sensori negli agrumeti, con il Progetto A.C.Q.U.A. abbiamo fatto monitoraggi con i droni per misurare lo stress idrico delle piante, abbiamo intervistato centinaia di imprenditori per rilevare come utilizzano l'acqua, stiamo lavorando a un impianto pilota per ottimizzare i sistemi irrigui e i consumi in collaborazione con Aziende, Università e Crea, ma non solo. Da anni ci occupiamo di progettualità condivisa, di formazione alla filiera, di valorizzazione territoriale anche attraverso il Turismo relazionale Integrato".

Sinergie sulla promozione dei consumi e sull'export
"Il Distretto lavora anche su questi temi da anni – spiega - Abbiamo attuato azioni di internazionalizzazione, abbiamo spinto per rendere più facile l'export in Cina e, prima del lockdown, stavamo coordinando una grande campagna di comunicazione con l'ICE proprio sul mercato cinese. Abbiamo un progetto di internazionalizzazione che partirà il prossimo inverno verso i paesi europei; insistiamo e promuoviamo da sempre il consumo salutare degli agrumi freschi e trasformati. Abbiamo sostenuto la nascita di reti tra le imprese finalizzate all'export e abbiamo sostenuto la filiera in moltissime azioni, considerate strategiche proprio dallo studio Ismea. Adesso stiamo lavorando, di concerto con i Consorzi di Tutela e le imprese per un progetto di comunicazione delle produzioni DOP, IGP e BIO".

"Insomma, noi ci siamo – conclude Federica Argentati - Abbiamo il know-how e l'esperienza. Se c'è da fare sistema e coordinare questa filiera il Distretto è pronto a fare la sua parte però le istituzioni devono anche comprendere che gli sforzi che si fanno sui territori vanno anche incentivati, quanto meno riconoscendone l'esistenza".

Contatti:
www.distrettoagrumidisicilia.it