I concimi a cessione controllata hanno alcune caratteristiche che permettono la riduzione dell'impronta ecologica dei raccolti:
■ assenza pressoché totale di lisciviazione (minor dilavamento)
■ dosaggi ridotti (si applica meno prodotto)
■ la possibilità di applicarli meno frequentemente (si esce meno volte in campo)
L'11% di CO2 in meno per ogni kg di patate: cosa vuol dire?
ICL ha commissionato a Blonk Consultants l'analisi del ciclo di vita del carbonio su produzione di patate olandesi utilizzando lo standard generale LCA ISO 14040-14044, l'Agri-Footprint 4.0 e il metodo PEF (Product Environmental Footprint) messo a punto dalla Commissione europea. Risultato? Riduzione dell'impronta ecologica (apporto di CO2) pari all'11% per ogni chilogrammo di patate prodotte.
Il che, tradotto in unità di misura a noi più facili da comprendere, significa un volume pari a:
■ 3.340 giri del mondo compiuti con un'auto di media cilindrata
■ l'impianto di 865.622 alberi
■ le emissioni di 1.731 persone (Europa occidentale) in un anno
Analisi della riduzione dell'impronta ecologia sulla produzione di patate con Agromaster
I calcoli dell'analisi del ciclo di vita del carbonio si basano sui dati di 19 prove ufficiali su patata condotte nei Paesi Bassi tra il 2015 e il 2019. In tutte le prove sono state messe a confronto pratiche nutrizionali con e senza azoto ureico avvolto - l'apporto di azoto fornito da Agromaster e un modello messo a punto dalla Wageningen University & Research, per determinare quanto l'uso di concimi a cessione controllata riduca le perdite d'azoto.
I calcoli dell'analisi del ciclo di vita del carbonio tengono conto del processo di produzione di ICL e dei suoi fornitori, nonché dell'effetto del prodotto sul campo. Gli scenari delle coltivazioni senza urea avvolta, prevedevano:
1. Urea applicata come concime azotato
2. CAN applicato come concime (CAN, il nitrato di ammonio di calcio è il concime azotato più diffuso nei Paesi Bassi)
I concimi fosfo-potassici (PK) sono stati applicati secondo il modello Agri-Footprint e non differivano negli scenari con e senza azoto avvolto. Per gli scenari che prevedevano l'uso di azoto avvolto, sono stati presi in considerazione anche i minori consumi di carburante, resi possibili dal numero ridotto di applicazioni necessarie.
Nello scenario 1 (a sinistra nel grafico qui sotto) è stato applicato un modello messo a punto dall'Alterra Research Institute (Wageningen University & Research, Paesi Bassi). E' emerso che utilizzando Agromaster con un livello di azoto inferiore del 20% rispetto all'urea standard si ottiene una produzione comunque analoga. Sono possibili apporti ridotti di azoto grazie alla maggiore efficienza di Agromaster, che consente di ridurre la lisciviazione, la volatilizzazione e le emissioni di N2O.
Lo scenario 2 (a destra nel grafico qui sopra) si basa invece su 19 prove ufficiali su patata in terreni sabbiosi nei Paesi Bassi. CAN e Agromaster sono stati messi a confronto applicando un livello di azoto identico. Agromaster consente di ottenere un aumento medio della produzione dell'8% rispetto al CAN.
Per maggiori informazioni: ICL Specialty Fertilizers