Dopo un'iniziale titubanza dei mercati a inizio emergenza Covid-19 in Italia, con richieste alquanto discutibili da parte di francesi, olandesi e tedeschi su bollini Coronavirus free e pedane respinte, una volta che il virus si è diffuso in Europa, la situazione commerciale ha preso una piega più uniforme, sebbene pur sempre con un andamento a rilento.
Alcuni articoli, come il kiwi, hanno terminato la stagione in maniera molto positiva. "Abbiamo chiuso la campagna nell'ultima settimana di aprile – dichiara Gianni Romeo, export sales manager della calabrese Op Natura – Resa e conservabilità sono risultate ottimali e questo ci ha facilitato nella commercializzazione, anche sui mercati esteri. Gli sforzi non sono mancati per spuntare prezzi adeguati, ma ad oggi non possiamo lamentarci. Dall'Europa, la richiesta è arrivata da tante nazioni, ad esempio Francia, Germania, Paesi Bassi, ma abbiamo lavorato molto anche con la Spagna".
Quest'anno, il kiwi ha mostrato un calibro mediamente più grande. "Siamo dovuti andare quindi alla ricerca dei mercati giusti per venderlo. Anche la Grecia ha registrato un prodotto di qualità e di calibro sostenuto. La concorrenza non ci ha facilitato, ma siamo riusciti a lavorare discretamente in ogni caso".
Attualmente, la Op sta vendendo cipollotto di Tropea IGP di alcuni suoi produttori associati. "Si tratta di una nicchia che sta avendo un buon riscontro sul mercato italiano. Alcuni volumi vengono esportati in Francia e Germania, ma in questi mercati il prodotto non viene valorizzato come dovrebbe. Un prezzo superiore di circa 0,80 euro rispetto a un cipollotto non IGP è troppo esoso, per loro".
"Da fine maggio – continua Romeo – dovremmo iniziare con pesche e nettarine super precoci, anche se le notizie che ci giungono dai nostri produttori della Calabria settentrionale non sono proprio rosee. Il forte vento registrato in fase di allegagione non ha facilitato la formazione del frutticino e, in alcune zone, anche le piogge hanno contribuito in negativo. Prevediamo quindi un calo di rese quest'anno, non ai livelli dell'Emilia Romagna, ma sicuramente ci sarà qualcosa in meno. A risentirne maggiormente, però, saranno qualità e tenuta dei frutti".
Il manager prevede, inoltre, una discreta campagna per le angurie. "Almeno all'inizio. Poi dovremmo confrontarci con i competitor mondiali, Spagna e Grecia in primis. Rimane comunque da considerare il fattore Coronavirus, quindi ci aspettiamo una campagna anomala da tutti i punti di vista".
La Fase 2 offrirà maggiore ottimismo?
"In tutta onestà, non lo so. Per noi la prova del nove arriverà con la ripresa della campagna kiwi, da ottobre-novembre. E' il nostro core business, con circa 11.000 tonnellate annue. Mi auguro quindi che da qui all'inizio della nuova stagione, le cose migliorino".
Per la campagna della frutta estiva, Romeo non si aspetta, infatti, grandi performance, ma essendoci poco prodotto disponibile, si dovrebbero registrare prezzi medio-alti. "I prossimi mesi ci consentiranno di prendere le misure con quelle che, da qui in poi, saranno le nostre nuove abitudini".
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