"Non è rimasto più nulla. A un mese dalla gelata, non ci sono più dubbi: il raccolto di albicocche è azzerato. E per le pesche il danno è del 95%. Non converrà neppure accendere il carro raccolta". Enrico Giunchi è un imprenditore di Cesena che conta in totale un centinaio di ettari, condotti tutti in biologico. Ma quest'anno non raccoglierà quasi nulla, almeno sul fronte drupacee.
"Per due notti, la temperatura è scesa ampiamente sottozero - dice Giunchi - raggiungendo i -4,7 °C. Negli albicocchi non è rimasto più nulla. La previsione del raccolto era di circa 200 tonnellate, ma è andato totalmente perduto".
Non va meglio la situazione nei 20 ettari di pescheto e susino. "Nel pesco sono rimasti un po' di frutti oltre i 2,70 metri di altezza, ma non credo che converrà raccogliere, perché il costo della manodopera supera le rese. Solo che l'azienda è a conduzione biologica e quindi è bene non lasciare i frutti sulle piante perché potrebbero diventare, dopo la senescenza, un inoculo di malattie".
La situazione è migliore nei 4 ettari di meleto, anche se le rese sono molto inferiori rispetto a un'annata di piena produzione. Giunchi, che ha una mentalità imprenditoriale, è assicurato e quindi recupererà almeno una parte del mancato incasso. "Una gelata simile l'avevamo subita nel 1997, quando avevo appena aperto la Partita Iva. Non fu un buon battesimo, e quest'anno la situazione drammatica si è ripetuta".
Anche se l'agricoltore recupererà parte del reddito previsto tramite l'assicurazione, vi è da mettere in conto una notevole perdita di indotto. Ci sarà meno lavoro per gli operai e meno giornate lavorative nei magazzini della frutta. E, infine, meno albicocche italiane biologiche nei banchi dei supermercati. Una gelata causa danni lungo tutta la filiera, non solo in casa dell'agricoltore.