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Rilanciata l'attivita' del sito produttivo che adesso guarda ai Paesi del Mediterraneo

La Biofabbrica di Ramacca rinnova il proprio impegno con l'agricoltura

I prodotti biologici sono sempre più richiesti e sono la risposta a un'esigenza del mercato. Per questo motivo, la Biofabbrica di Ramacca, in provincia di Catania, rappresenta un'eccellenza che va sostenuta, anche dal settore agrumicolo, fra gli altri. Recentemente è stata rilanciata la sua attività, suscitando l'apprezzamento del settore agrumicolo e non solo. Sull'argomento è intervenuta Federica Argentati, presidente del Distretto Agrumi di Sicilia, la quale ha espresso "soddisfazione per l'operatività della Biofabbrica, seppure con le restrizioni imposte dall'emergenza Covid-19".

Federica Argentati

Abbiamo visto più da vicino in cosa consiste l'attività della Biofabbrica di Ramacca, contattando Giosuè Catania, membro del Consiglio di Amministrazione dell'ESA (Ente di Sviluppo Agricolo) che "governa" il centro produttivo per insetti utili in agricoltura biologica e integrata.

Giosuè Catania

"Nei giorni scorsi, abbiamo cercato di reindirizzare le finalità della Biofabbrica – ha detto Catania – che originariamente erano rivolte esclusivamente alla produzione per rivendere gli insetti a un prezzo politico agli agricoltori. In questo modo, la struttura però accumula un certo passivo economico che vorremmo colmare commercializzando meglio la nostra produzione".

Una ripresa interna della Biofabbrica di Ramacca (CT)

"L'idea è quella di cominciare, attraverso un'opera di comunicazione – prosegue l'esperto - a sensibilizzare maggiormente gli operatori del settore verso un modo di fare agricoltura sostenibile e attento alle tendenze di un mercato che chiede prodotti agrumicoli (e non solo) biologici e a residuo zero. Basti pensare che, attualmente, la Biofabbrica di Ramacca serve aziende per un'estensione di soli 2.000 ettari di agrumi, mentre il potenziale nella sola Sicilia sarebbe di ben 15.000 ettari. A questi vanno aggiunte le altre zone di produzione non solo in Italia, ma anche all'estero. Mi riferisco agli areali che si affacciano sul Bacino del Mediterraneo e che sono potenziali fruitori di tecniche agronomiche sostenibili. Del resto i nostri insetti, con tutti i limiti del caso, possono essere anche trasportati e resi utili nel vero senso della parola pure fuori dai confini italiani, all'occorrenza".

Un'altra ripresa interna dell'opificio 

Ma le novità non finiscono qui: la Biofabbrica di Ramacca, infatti, dalla produzione attuale degli insetti definiti "cardini o principali" a beneficio degli agricoltori agrumicoli, passerà anche alla vite e al nocciolo. Se fin qui, infatti venivano prodotti essenzialmente insetti quali Aphytis melinus, Cryptolaemus montruozierii (adulto e larva), Leptomastix dactylopii e Chilocorus bipustulatus, ora l'obiettivo a breve include la sperimentazione e la produzione anche di Anagyrus pseudococci (parassitoide del cotonello della vite), molto ricercato soprattutto in regioni dove la coltivazione della vite è molto sviluppata (Puglia Veneto ecc.) e Gryon (parassitoide della cimice del nocciolo).

Edy Bandiera (Ass. Agr. Regione Sicilia), in una nostra foto di repertorio

Tenuto conto, infine, delle capacità produttive della struttura e degli spazi disponibili, nonché di interventi di manutenzione e ristrutturazione dell'opificio rimane di interesse della Biofabbrica lo studio, sperimentazione e produzione di ausiliari da utilizzare in orticoltura e floricoltura protetta. Bene dunque che l'Assessorato regionale all'Agricoltura sostenga questo centro.

Contatti:
Biofabbrica di Ramacca
Contrada Margherito
95040 Ramacca (CT)
Tel.1: +39 328 6233586
Tel.2: +39 095 7952190
Fax: +39 095 7956119
Email: biofabbricaramacca@entedisviluppoagricolo.it