La pandemia da Coronavirus ha drasticamente cambiato il lavoro quotidiano. Le misure prese per contenere la diffusione del virus hanno reso il lavoro da casa la nuova "normalità". In che modo si è organizzata la belga BelOrta? E quali sono le conseguenze a lungo termine della crisi Coronavirus?
"Sin dall'inizio della crisi, abbiamo prontamente adottato diverse misure preventive interne per garantire che il rischio di diffusione rimanesse al minimo possibile. Tra queste, lo smart working. In tutti i nostri siti di produzione sono state chiuse le caffetterie, ma le vendite ovviamente continueranno. Abbiamo predisposto ulteriori sistemi di acquisto per i clienti in smart working e negli ambienti preposti alle vendite facciamo molta attenzione che venga mantenuta la necessaria distanza tra i clienti". Ad affermarlo Jo Lambrecht dell'azienda belga BelOrta.
"Abbiamo anche cercato di raddoppiare alcuni team, ove possibile. Ogni volta che un membro di un team viene infettato, ne abbiamo sempre un altro su cui contare. Il lavoro deve poter continuare in ogni momento, perché il nostro è un settore essenziale".
Vendite in smart working
"Ove possibile, abbiamo colleghi che lavorano in alternanza sia a casa che in sede. Questo non è possibile in tutti i dipartimenti poiché, ad esempio, per valutare la qualità, ricevere le forniture e consegnarle, è necessario essere fisicamente presenti. Lavorare da casa era una modalità operativa che non veniva utilizzata spesso nel nostro settore, a causa della necessaria interazione e della comunicazione veloce. A causa del Covid-19, è stato introdotto lo smart working, e funziona bene. Anche per quanto riguarda le riunioni", continua Lambrecht.
"Non sono convinto che lavorare da casa sia il futuro. D'altra parte, ora che è stata introdotta questa possibilità, penso che sarà applicata maggiormente in determinate situazioni. Tuttavia, è importante la comunicazione e la rapida interazione, e non è sempre facile quando si lavora da casa".
Locale
Secondo Lambrecht, le prime settimane della crisi sono state estremamente frenetiche. "La corsa all'acquisto dei prodotti alimentari nella prima fase ha aumentato la domanda al dettaglio in modo esplosivo. Poi questa è diminuita. Sfortunatamente, il canale Horeca non è in attività, cosa che ha un impatto significativo su alcuni prodotti, come lattuga, ma anche cetriolo. La domanda al dettaglio è ora leggermente superiore alla media degli altri anni, poiché i consumi domestici sono in aumento.
La BelOrta, in collaborazione con VLAM, ha condotto delle campagne per promuovere il consumo di cibo coltivato localmente. "Siamo riusciti a portare alle persone la nostra frutta e verdura e le abbiamo incoraggiate a iniziare a consumare i prodotti locali. Speriamo che questo effetto continui a lungo e che le persone continuino a consumare frutta e verdura fresche anche dopo la crisi".
Vendite online
"Sebbene la domanda di prodotti confezionati sia aumentata a causa della crisi di Coronavirus, non credo che si avrà un grande cambiamento sul mercato. Alla BelOrta eravamo già molto impegnati a rendere gli imballaggi sostenibili, quindi abbiamo sviluppato varie soluzioni da offrire ai nostri clienti. Prevediamo che questa tendenza continui in futuro. Le vendite online sono aumentate in modo significativo durante questa crisi. Puoi ritirare i pasti confezionati dai ristoranti, ma i grossisti forniscono anche confezioni di frutta e verdura. Non sappiamo ancora se dopo la crisi, tutto questo si manterrà sugli stessi livelli, ma alcune cose rimarranno", conclude Lambrecht.
Per maggiori informazioni
Jo Lambrecht
BelOrta
Mechelsesteenweg 120
2860 Sint-Katelijne-Waver
Tel.: +32 (0) 15 565 331
Email: info@belorta.be
Web: www.belorta.be