Anche il settore agricolo può usufruire del Decreto liquidità. Dal 22 aprile 2020, per sostenere le imprese del comparto primario in difficoltà a causa dell'emergenza Covid-19, lo Stato garantisce tutta la liquidità necessaria per far fronte alle coltivazioni in atto, agli impegni presi con banche e fornitori, agli investimenti indispensabili per aumentare la redditività delle aziende. E' attivo, infatti, il primo canale che prevede la concessione di finanziamenti di pronta attivazione, garantiti sino al 100% da ISMEA, l'Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare.
"Il provvedimento è sicuramente molto utile - commenta Luciano Mattarelli, responsabile di Consulenzagricola.it - anche perché una eventuale esclusione delle imprese agricole avrebbe determinato un discriminazione ingiustificata e ingiustificabile".
"Il modello per chiedere la garanzia è apparentemente semplice ed è costituito da solo tre pagine, contro le otto dell'allegato 4-bis previsto per il mondo non agricolo. Purtroppo, il modello chiede i dati dei ricavi che non sono presenti nella dichiarazione dei redditi, in quanto le stesse vengono tassate catastalmente e compilano solamente il quadro RA o al Massimo il quadro RD. Sarebbe stato meglio se fosse stato chiesto il volume di affari, in quanto desumibile facilmente dalla dichiarazione IVA".
"Altro grosso problema è per tutti i soccidari che monetizzano e quindi non emettono fattura; in questo caso, non si capisce come faranno a chiedere la garanzia all'ISMEA non potendo certificare i ricavi dichiarati tramite un documento ufficiale. Per semplificare veramente il modello, si poteva pensare a una semplice autocertificazione".
Con la garanzia automatica e gratuita di ISMEA, le imprese del comparto primario che attestino, tramite autocertificazione, la situazione di difficoltà a causa dell'emergenza Coronavirus, potranno accedere a un finanziamento per liquidità sino a 25mila euro e durata 6 anni, di cui 2 di preammortamento. L'importo sarà pari al 25% dei ricavi risultanti dal bilancio o dalla dichiarazione IVA e comunque entro l'ammontare di 25mila euro mentre le start up, invece, potranno autocertificare i propri dati contabili previsionali.
"Questo finanziamento - precisa il sottosegretario Giuseppe Labbate - ha la garanzia gratuita dello Stato al 100%, perciò sarà erogato a un tasso parametrato calcolato al di sotto del 2% e la banca si limiterà alla sola verifica dei requisiti, senza la normale istruttoria bancaria e senza aspettare l'istruttoria Ismea, in quanto la garanzia è automatica oltre che gratuita. Vi sono poi finanziamenti destinati a liquidità e investimenti, sempre di durata massima 6 anni, il cui importo è commisurato in alternativa al doppio della spesa salariale, al 25% del fatturato oppure al fabbisogno, autocertificato, di capitale di esercizio e spese di investimento per i successivi 18 mesi".
Ma su quest'ultimo passaggio Mattarelli nutre qualche dubbio. "In buona sostanza, si segnala che purtroppo esiste una netta differenza fra dare delle garanzie e dare soldi. Lo stato fornisce garanzie e delega la consegna dei soldi a un ente privato che deve comunque preparare un'istruttoria, ma soprattutto concede il prestito su valutazioni personali che non garantiscono in alcun modo la possibilità di disporre del finanziamento. Inoltre, sulla base della nostra esperienza, e visto quello che sta succedendo per le aziende non agricole, si spera che le banche non vadano a complicare ulteriormente l'iter per la richiesta dei finanziamenti, richiedendo ulteriore documentazione, certificazioni e/o allegati, cosa che - come già detto - sta accadendo per il settore non agricolo, complicando notevolmente la vita alle aziende".