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Intervista a Mario Gasbarrino di Everton e Cortilia

Il futuro degli acquisti e della Gdo nel post pandemia

"Una filiera che funziona è quella che dialoga, non quella dove una parte, la più forte, si impone". Lo afferma Mario Gasbarrino, consigliere d'amministrazione di Everton e Cortilia, con alle spalle una lunghissima esperienza alla guida di catene della Gdo. 

Freshplaza (FP): L'effetto Coronavirus è determinante sulla vita di ciascuno. Quali cambiamenti attende su quello degli acquisti e degli equilibri di mercato?
Mario Gasbarrino (MG): Prima di tutto, auspico che questa incredibile situazione che stiamo vivendo non passi invano. Credo che tutti dobbiamo ritenerci responsabili circa il futuro del nostro Paese a seconda delle scelte, o delle non scelte che faremo. Il consumatore ha dovuto, giocoforza, cambiare le proprie abitudini e, non a caso, anche sul fronte ortofrutta stiamo assistendo ad aumenti o diminuzioni delle vendite di diverse referenze. 

Mario Gasbarrino

FP: Ma si tratta di cambiamenti strutturali?
MG: Nella maggior parte dei casi no, si tratta di modifiche legate alla contingenza. L'effetto stock, cioè l'acquistare tanti prodotti alimentari per fare scorta è momentaneo e diminuirà drasticamente con il diminuire della pandemia. Abbiamo assistito anche all'incremento dei cosiddetti comfort-food, quelli che ci danno soddisfazione, che acquistiamo per trattarci bene. Infine, tanti consumatori hanno riscoperto il cucinare in casa, per questo ci sono stati incrementi notevoli per patate, cipolle, farina e altre materie prime di base. Ma è una situazione passeggera.

FP: cosa rimarrà, invece, di tangibile e protratto nel tempo?
MG: Volendo separare le situazioni congiunturali da quelle strutturali, credo che gli acquisti online saranno sempre più complementari al negozio fisico. E non è una novità (cfr. FreshPlaza del 28/01/2019). I negozi saranno più piccoli, più esperienziali, a discapito delle grandissime superfici.

FP: Chi cresce e chi cala in questo periodo?
MG: Se leggiamo i dati, vediamo che prima di tutto aumenta la vendita online. Poi cresce il retail, con un balzo in avanti dei negozi di prossimità del +40%. L'aumento si vede anche nella GDO, con il 10%, mentre i discount aumentano dell'8%, mentre segnano un calo gli ipermercati. Se vogliamo, almeno in parte, la tendenza era simile anche prima del Coronavirus. Ora sarà da verificare quali cambiamenti saranno strutturali e quali solo congiunturali.

FP: Come vede la Gdo nei confronti del resto della filiera ortofrutticola?
MG: La filiera deve dialogare, gli scontri non servono a nulla, così come l'imporre la propria posizione. Una filiera funziona, e crea valore, se dialoga mantenendo il rispetto delle parti. Produttori agricoli e Gdo devono coordinarsi.

FP: Cosa intende per coordinarsi?
MG: Faccio un esempio banale: inutile pensare la promozione della fragola mesi prima e imporla, se poi nel periodo previsto manca il prodotto e quello che c'è già si venderebbe senza problemi. Se non c'è coordinamento, si rischia la carenza di merce, l'aumento dei prezzi, il ricorso a "lavoro grigio o nero" da parte dei produttori in crisi, meno qualità e minore sicurezza alimentare. D'altra parte, però, non si deve sconfinare nell'autarchia e pensare che si possa fare tutto "in casa", senza importare e quindi, per coerenza, senza esportare.

FP: Sarà possibile raggiungere in fretta un equilibrio, appena trascorso questo periodo?
MG: Un equilibrio giusto per tutti si può raggiungere, fermo restando che il prezzo lo fa il mercato. Ribadisco che serve una partnership fra Gdo e produttori.