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L'inizio della campagna del Carciofo Bianco di Pertosa promette bene

"La campagna del Carciofo Bianco di Pertosa, ecotipo autoctono, è cominciata da una settimana e contiamo, tempo permettendo, di terminare verso la metà di giugno. Siamo in produzione e abbiamo già effettuato la prima raccolta; le premesse sono buone e si prospetta una campagna soddisfacente, contraddistinta da un'ottima qualità dei capolini e da una produzione nella media". Così riferisce a FreshPlaza, Alessandro Pucciarelli presidente del Presidio Slow Food del Carciofo Bianco di Pertosa.

Luigi Lupo e Alessandro Pucciarelli

Il Carciofo Bianco di Pertosa è Presidio Slow Food dal 2002 e conta 11 produttori. Sono messi a coltura circa 60 ettari, per una produzione complessiva che si attesta a circa 60 tonnellate. Si tratta di un ecotipo locale e si coltiva esclusivamente nei Comuni di Pertosa, Auletta, Caggiano e Salvitelle, tutti in provincia di Salerno (regione Campania - Italia). E' un carciofo tardivo, ben sopporta il freddo. E' detto bianco per la sua colorazione verde tenue, e vanta straordinarie caratteristiche organolettiche.

"E' un prodotto di nicchia, con numerose potenzialità. Per ora i principali sbocchi commerciali sono: per il 60% rifornimenti diretti sia di prodotto fresco che trasformato a privati e al canale horeca e per il 40% il conferimento di prodotto fresco alla GDO italiana, che apprezza la qualità del prodotto".

"Il prodotto trasformato ci permette di avere rapporti con l'estero mediante il rifornimento dei ristoranti. In più, ultimo ma non meno importante a è l'appuntamento annuale della Sagra del Carciofo, ottimo canale commerciale soprattutto per coloro che hanno modesti volumi disponibili. Purtroppo quest'anno la sagra è stata annullata a cause dell'emergenza sanitaria da Covid-19".

"In quanto al valore, il prodotto fresco riceve mediamente 0,70 cent/1 euro per capolino mentre per il trasformato, ponendoci il riferimento di un vasetto di carciofino sottolio, siamo intono ai 10 euro. Si tratta di quotazioni buone".

Luigi Lupo, vicepresidente del presidio slow food del Carciofo Bianco di Pertosa, nella sua carciofaia

Il Carciofo Bianco di Pertosa è molto legato alla territorialità, infatti anche le tecniche produttive sono tradizionali. Pucciarelli spiega: " Le carciofaie sono impianti poliennali con una durata minima di 5/6 anni. Entrano in produzione al secondo anno e prevedono la messa a dimora di carducci in appezzamenti con altitudine compresa tra i 200 e i 700 m.s.l.m. e con pendenze varie. Inoltre, gli appezzamenti sono poco meccanizzabili e c'è molta richiesta di manodopera per l'esecuzione delle operazioni colturali. La produzione di carciofo non contempla l'uso di agrofarmaci e, data la morfologia del territorio, solo un 50% degli appezzamenti è gestito in irriguo".

"Quindi, affinché questa referenza sia competitiva, è necessario che un'azienda agricola sia ben strutturata. Infatti, proprio perché la domanda è inferiore rispetto all'offerta, è opportuno avere rapporti diretti che permettano al produttore di essere ripagato con prezzi equi, in grado di dare valore anche alla qualità del prodotto".

"Viste le buone potenzialità di questo prodotto, sarebbe opportuno avviare un buon piano di marketing che includa anche la partecipazione a fiere di settore e a eventi di show cooking al fine di valorizzare sempre più il prodotto, almeno a livello nazionale".

"Per il futuro – conclude il presidente – punteremo sempre più su una maggiore aggregazione tra i produttori, in modo da valorizzare l'intera filiera. Ben vengano maggiori sinergie tra le varie figure facenti parte del Presidio Slow Food, il ricambio generazionale e nuovi produttori con tante nuove idee costruttive".

Contatti:
Associazione Carciofo Bianco di Pertosa
Via G.Marco
84030 – Pertosa (SA) – Italy
Cell: (+39) 329 6918690
Email: alex71puc@gmail.com