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Lo chiedono due imprenditori di lavorazione e commercio

La Gdo sia dalla parte delle imprese ortofrutticole

E' il momento di pagare subito i fornitori. Non è il momento di fare promozioni e tanto meno di chiedere lo sconticino. E' il momento di stare uniti per salvare la filiera e il paese. Lo affermano all'unisono due imprenditori del nord d'Italia, uno della Lombardia e uno dell'Emilia Romagna. 

"Senza generalizzare - dice l'imprenditore lombardo che si trova in una delle aree più colpite dal Coronavirus - ritengo però che la Gdo debba ingranare una marcia in più. Come noi, anche loro sono in prima linea, con operatori a contatto con il pubblico e quindi ancora più a rischio. E gli si deve dire grazie. Ma al management chiedo di pagarci in fretta, perché non possiamo attendere 90 o 120 giorni. Abbiamo bisogno di liquidità subito".

I supermercati incassano cash immediatamente, per cui le imprese chiedono che non venga fatta "banca" con il loro denaro, specie in questo momento così complesso dal punto di vista sociale ed economico. "E aggiungo - afferma l'imprenditore emiliano romagnolo - che non è neppure il momento di chiedere lo sconto, lo sconto dello sconto e tanto meno fare promozioni assurde. Per fortuna non sono molte le catene che si sono comportate così, ultimamente, ma vorrei che i dirigenti di tutta la Gdo italiana comprendessero l'importanza di farci sopravvivere. Ne va dell'equilibrio sociale del Paese".

"Un altro tema, sempre dibattuto, a volte a sproposito, è quello del consumare italiano. Sui questo argomento, i profani non capiscono che frutta e verdura hanno una stagionalità e non sempre è disponibile quella nazionale. E, se potenzialmente disponibile, a volte non c'è un'organizzazione tale per farla giungere alle piattaforme di distribuzione nei tempi stabiliti, con una qualità omogenea e senza sorprese". 

"Fatta questa doverosa premessa, va detto che il consumatore compra quello che trova sui banchi. Certo, può scegliere, ma è responsabilità della Gdo cercare il prodotto italiano di stagione. In questo periodo è ovvio che manchino agrumi italiani e, quindi, ci si debba rifornire dal bacino del Mediterraneo, ma è un controsenso vedere a scaffale le pesche cilene o le susine sudafricane. E' il momento delle fragole italiane, puntiamo su quelle, così come a breve comincerà la stagione delle drupacee, da nord a sud. La GDO - conclude l'imprenditore, faccia il gioco dei produttori, almeno quest'anno, e non vada a inseguire i 20 centesimi in meno del prodotto estero".