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Importanti risvolti per l'agrumicoltura mediterranea

L'Ue pianifica monitoraggi coordinati sugli organismi da quarantena

L'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA), agenzia istituita nel 2002 che fornisce consulenza scientifica e comunicazione in materia di rischi, esistenti ed emergenti, associati alla catena alimentare, sta predisponendo uno strumento per facilitare e uniformare le indagini sugli organismi da quarantena. Per comprendere meglio le finalità del provvedimento, abbiamo chiesto lumi al ricercatore Antonino Catara, docente universitario in quiescenza.

Antonino Catara

"L'obiettivo - ha spiegato l'esperto - è quello di aiutare gli Stati membri a pianificare le attività annuali di indagine degli organismi da quarantena, utilizzando un approccio statisticamente valido e basato sui rischi che tali organismi comportano, in linea con le linee guida della Convenzione internazionale sulla sorveglianza per la protezione delle piante (FAO, 2016). Allo scopo, oltre alle linee guida generali da seguire nel monitoraggio e alla documentazione scientifica dei singoli parassiti, è previsto l'accesso online ai software statistici RiBESS+ e SAMPELATOR. Sono già state predisposte delle schede (survey cards) che prevedono l'acquisizione dei dati relativi alla distribuzione dei parassiti, la gamma di ospiti, la loro biologia e i fattori di rischio, nonché i metodi disponibili per il rilevamento e l'identificazione".

In quale misura è coinvolta l'agrumicoltura mediterranea?
"Relativamente agli agrumi - ha detto lo scienziato - l'attenzione è rivolta agli isolati non europei (non-EU) del virus della Tristeza (CTV), cioè di origine geografica al di fuori dell'Unione europea e comunque non presenti, all'afide Toxoptera citricidus (vettore del virus), al batterio agente del cancro degli agrumi (Xanthomonas axanopodis pv.citri), al batterio agente dell'HLB (Candidatus Liberibacter spp) e altri parassiti da quarantena".

"Le indagini dovranno consentire di distinguere gli isolati di CTV non UE dagli isolati UE. In pratica, quelli che causano butteratura del legno in campo (stem pitting), mai riscontrati nei Paesi UE e nel Mediterraneo, e quelli che vincono la resistenza dell'arancio trifogliato e dei suoi ibridi (resistance breaking, RB). I primi, che affliggono l'agrumicoltura del Sud America e del Sudafrica, causano danni alla produzione e allo sviluppo delle piante di arancio dolce, anche se innestate su portinnesti resistenti, inducendo gravi malformazioni a carico del tronco e dei rami. I secondi, invece, presenti in Nuova Zelanda, Rep. Dominicana, Portorico, Sudafrica, California, Brasile (e recentemente anche in Marocco), sono quelli vincono la resistenza dei portinnesti più diffusi nella nuova agrumicoltura mondiale (citrange, citrumelo e probabilmente altri)".

Vedi sopra. Gli isolati non-EU di CTV stem pitting causano su arancio e pompelmo invaginazioni della corteccia e butteratura del legno, che impediscono il trasporto dei soluti circolanti all'interno dei fasci cribro-vascolari.

Quali i vantaggi per le produzioni italiane?
"Si tratta di un'azione forte di tutela delle nostre produzioni – ha sottolineato Catara - che richiederà un profondo cambiamento del livello di attenzione dei servizi fitosanitari e dei tecnici dei laboratori. Al semplice rilevamento con metodi sierologici (test ELISA) occorrerà far seguire la caratterizzazione degli isolati sospetti, o provenienti da Paesi Terzi (nel caso delle Rutacee ornamentali). La definizione del genotipo e del fenotipo degli isolati, con metodi molecolari e test biologici, consentirà di impedire e di gestire malaugurate introduzioni in uno qualsiasi dei Paesi UE, non vanificando gli sforzi in atto per la difesa e il rinnovamento della nostra agrumicoltura. Non a caso, la task force messa in campo impiegherà tutti gli strumenti resi disponibili dal Gruppo di esperti scientifici dell'EFSA, dall'Organizzazione europea e mediterranea per la protezione delle piante (EPPO), dal Centro per l'agricoltura e le biotecnologie internazionali (CABI)".