La quadruplice ondata di freddo (24 marzo, e poi a seguire 1,2,3 aprile 2020) non ha causato particolari danni agli impianti di fragole dell'Emilia Romagna, in particolare in provincia di Forlì-Cesena e Rimini. Le temperature sono scese sottozero ma non di molto, e lo stadio fenologico degli impianti ha fatto sì che i danni siano molto limitati.
"Coltivo 480mila piante di Sibilla - spiega Antonio Benzi di Cesena - una varietà che già negli scorsi anno mi ha soddisfatto. Sibilla è tardiva e, in pieno campo, aveva ancora pochi fiori aperti. Quelli aperti si sono bruciati tutti, ma erano davvero pochi. Sotto tunnel, la fioritura era più avanzata ma, grazie alla protezione del tunnel stesso e al tessuto non tessuto posto a protezione sulle piante, non ho registrato particolari problemi".
Antonio Benzi in una foto d'archivio
Spostandoci verso un comune limitrofo, a est, si arriva all'azienda Rosso Fragola di Gambettola (Forlì-Cesena). "Coltiviamo poco più di 6 ettari e abbiamo diverse varietà", dice Riccardo Montanari (foto a destra). "La prima in raccolta sarà Alba, fra 25 giorni circa. Non abbiamo tunnel di tipo cesenate, ma di tipo veronese, cioè che in pratica coprono solo e non anticipano, o quasi. A ogni modo, nelle varietà medie e tardive non abbiamo registrato danni. In quelle precoci, che avevano un 10-20% di fiori aperti, abbiamo avuto danni solo su quelle varietà che non siamo riusciti a proteggere con il tessuto-non tessuto".
"Nel pieno campo non ci sono stati danni, mentre sotto serra qualcosa si nota" esordisce Maurizio Fabbri (foto a sinistra) che coltiva circa 100mila piante a Santarcangelo di Romagna (Rimini). "Nella nostra zona, le temperature non sono scese troppo, per cui anche i danni sono relativi, seppure devono ancora essere valutati. Di certo, in coltura protetta la fioritura era molto abbondante, per cui la perdita di qualche fiore non andrà a inficiare troppo sulla PLV finale". L'azienda Fabbri coltiva per lo più varietà Joly, seguita da Sibilla, Tea, Asia.
Stefano Zavoli ha circa 2,5 ettari fra Joly coperta e Sibilla in pieno campo, in provincia di Rimini, comune di Santarcangelo. "I fiori in pieno campo si sono 'bruciati', ma erano in numero limitato. Circa la produzione in serra, lì la fioritura era più avanzata ma, grazie alla pacciamatura con paglia e al telo, la temperatura è rimasta entro limiti accettabili e non si notano danni. Probabilmente nei primi stacchi avremo un po' di prodotto deforme ma, scattato quello, ci sono tutte le premesse per una buona campagna".