Dopo una verifica di coltivazione nel corso del 2019, nel 2020 l'azienda Guidi ha fatto decollare la coltivazione di carciofi messi a disposizione della Gdo con il marchio Terra di Romagna. "E' un marchio che valorizza non solo il prodotto stesso - spiega Roberto Guidi - ma pure il territorio in cui viene coltivato. Lo scorso anno abbiamo fatto una prova di coltivazione; quest'anno invece siamo in piena produzione".
Il prodotto può essere acquistato sfuso in cassette, oppure lavorato come cuore di carciofo, in vassoi in cellophane con 4 pezzi. "La produzione è abbondante e la qualità è ottima. I carciofi sono un prodotto di stagione e la raccolta andrà avanti per tutto il mese di aprile e anche a maggio. La varietà è Exploter".
Sia la raccolta, sia la lavorazione avvengono mantenendo le distanze, in rispetto del decreto ministeriale e, soprattutto, della salute dei lavoratori. "E' nella mission aziendale quella del rispetto ambientale e dei lavoratori - aggiunge Guidi - e quindi, anche in questo caso, facciamo in modo di avere tutte le precauzioni necessarie. La situazione è difficile per tutti, ma noi del comparto primario abbiamo la duplice responsabilità di rifornire di alimenti tutta la popolazione. Il settore primario non si ferma e noi, nel nostro piccolo, cerchiamo di fare la nostra parte".
Guidi presta una forte attenzione anche sul fronte della produzione. Lo scorso anno ha lanciato le albicocche a residuo zero, ottenendo un buon riscontro a livello commerciale. Ad un recente convegno, Giancarlo Guidi, padre di Roberto e capostipite dell'azienda, ha affermato che "l'80% delle albicocche prodotte nel 2019 sono state a Residuo Zero. E non bisogna aver paura ad abbattere e sostituire le varietà che non sono buone da mangiare. Noi, lo scorso anno, ne abbiamo abbattuti 20 ettari per una varietà che si era rivelata sbagliata".
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