"La fragolicoltura del metapontino sta attraversando un periodo complicato. La chiusura dei mercati rionali in tutta Italia ha determinato l'annullamento di molti ordinativi, in piena fase produttiva della pianta. Prima dell'arrivo della pandemia, sono state raccolte circa 10mila tonnellate di prodotto, vendute a un prezzo medio di 5/6 euro al kg, ma mancano ancora 20mila ton da raccogliere fino alla fine della campagna, per un giro d'affari di oltre 35 milioni di euro, al netto dei 25 milioni dovuti a spese per imballaggio, trasporto e altri costi a carico dell'azienda agricola". Così spiega Paolo Castelluccio, un imprenditore agricolo di Policoro, che conta 8 ettari di fragole.
"Questi dati, seppur approssimativi, ci fanno capire quali conseguenze potrebbero derivare se l'andamento commerciale della fragola, a causa dell'emergenza epidemiologica, non dovesse subire una sterzata significativa. I prezzi di vendita sono drasticamente diminuiti, mentre sono aumentati di circa 12 euro a operaio i costi di manodopera".
"Per rispettare le distanze di sicurezza, abbiamo dovuto noleggiare un pullman di 55 posti, al cui interno possono essere trasportati soltanto 25 lavoratori, oltre a 4 minivan da 9 posti, al cui interno però possono entrarci solo 3 operaie per autovettura".
"Attualmente, in tutto il metapontino sono impegnate circa 3.000 persone nella raccolta delle fragole, operai che provengono maggiormente dalla Puglia e dalla Calabria, e in un momento in cui ogni spostamento potrebbe essere pericoloso, la Basilicata potrebbe pagare un prezzo enorme in termini di contagi. Per questo, sono pronto ad abbandonare le mie coltivazioni soltanto se la regione farà sentire la sua vicinanza ai tanti agricoltori lucani, mettendo a disposizione 35 milioni di euro (40.000 €/ha), per chiudere qui e ora la campagna fragolicola ed evitare così un probabile aumento dei contagi".
"Un intervento economico che non credo possa essere facilmente deliberato. Da qualche settimana, ogni produttore si è organizzato come meglio può. Per quanto mi riguarda, quotidianamente fornisco le mie operaie di mascherina e 4 paia di guanti. Abbiamo dovuto riorganizzare anche le operazioni di raccolta: le lavoratrici vengono disposte a oltre due metri di distanza l'una dall'altra, lasciando sospesa la raccolta di un filare, cui si dedicano successivamente per rispettare le distanze di sicurezza previste sui luoghi di lavoro".