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Focus sull'impatto del Coronavirus nel mercato mondiale

Durante questa settimana, diversi governi mondiali hanno adottato misure di contenimento per il Coronavirus. Quasi tutti i Paesi hanno preso delle precauzioni: laddove possibile lavorare il più possibile da casa, centri di imballaggio che lavorano a metà regime a causa della necessità di applicare la distanza di sicurezza tra i dipendenti, conducenti di camion che devono rimanere sul veicolo e restrizioni sugli spazi all'interno delle aziende.

La domanda si concentra sulla vendita al dettaglio, sebbene in alcune nazioni si possa già notare un livellamento di questo boom di domanda, ora che le persone hanno già fatto scorte. La richiesta di agrumi è in aumento per via del loro contenuto di vitamina C. Nel frattempo, i commercianti temono che avocado, mango e piccoli frutti possano essere meno richiesti. A livello della logistica, il settore è influenzato principalmente da una carenza di container refrigerati e dalle restrizioni del traffico aereo. Il trasporto su strada in Europa è ostacolato dai controlli ai confini interni. Inoltre, il timore di una carenza di forza lavoro tiene impegnati i coltivatori.

Paesi Bassi: aumento delle vendite nei supermercati, crollano quelle per l'Horeca
Lo scorso fine settimana si sono viste scene bizzarre nei supermercati. Oltre ai rotoli di carta igienica, al sapone per le mani e alla pasta, anche l'ortofrutta è andata a ruba. Il CBL ha constatato che una parte dei consumatori sta acquistando quantità decisamente superiori al solito. Per il commercio ortofrutticolo le conseguenze sono diverse. I fornitori dei supermercati hanno assistito a un aumento enorme delle vendite. Al contrario, i fornitori del canale Horeca hanno sperimentato un crollo delle vendite. Secondo l'amministratore delegato Steven Martina di The Greenery, nel fine settimana scorso i volumi sono aumentati ai livelli di Natale e Pasqua. D'altro canto le attività di ristorazione sono chiuse da domenica scorsa e quindi si trovano in difficoltà.

Anche dal punto di vista delle importazioni ci sono grandi preoccupazioni, in particolare per i fornitori che spediscono su grandi distanze. È molto difficile prendere decisioni sul commercio relativo alle prossime tre o quattro settimane. Michel Jansen di Total Produce ha dichiarato: "Lo notiamo soprattutto nella preparazione per la stagione agrumicola sudafricana. L'incertezza dilaga". L'interesse sembra essere rivolto soprattutto a prodotti a cui vengono attribuiti effetti benefici, come zenzero e aglio e prodotti a maggiore conservazione come cipolle, cavoli e mele. Il mercato delle patate non sembra ancora beneficiare della situazione.

Nei Paesi Bassi ancora non si parla di un lockdown totale come quello implementato in altre nazioni. I coltivatori che registrano perdite nelle vendite si stanno affidando all'inventiva: organizzano vendite stile drive-in per continuare a commercializzare i propri prodotti. Anche nel settore ortofrutticolo si registra un grande aumento del lavoro a casa. Molti clienti non vanno più nei magazzini. In generale le aziende si sentono supportate dal pacchetto di misure di sostegno, annunciato dal governo.

Belgio: la crisi Coronavirus interessa soprattutto il settore delle patate
Anche se il Belgio è stato interessato dal Coronavirus, l'impatto sulle importazioni non è ancora così significativo. L'offerta di prodotti d'oltremare continua per il momento, ma la situazione potrebbe cambiare rapidamente. I voli vengono cancellati e gli importatori sperano che i porti non si fermino. Le vendite nel Centro europeo per gli ortofrutticoli proseguiranno come di consueto. La galleria rimane ancora accessibile, ma il Centro chiede che gli ordini vengano effettuati il più possibile per telefono o per e-mail. Per quanto riguarda il settore delle patate, attualmente sono soprattutto le aziende che rifornisco la ristorazione a essere le più colpite. Per quanto riguarda gli ordini di verdura trasformata si registra un calo della domanda da parte della ristorazione collettiva, ma ciò è compensato da una maggiore diminuzione al dettaglio.

Regno Unito: la sfida più grande sarà reperire forza lavoro a maggio
La domanda di frutta e verdura si sta spostando dai servizi di ristorazione ai supermercati e agli ospedali. Ora che la gente fa scorta, gli scaffali dei supermercati sono spesso vuoti. Con lo spostamento della domanda, un numero sempre maggiore di persone acquista frutta e verdura nei punti vendita locali che si riforniscono direttamente all'ingrosso. Gli stessi mercati all'ingrosso aprono le porte al pubblico per la vendita diretta. La principale preoccupazione dei coltivatori è l'imminente carenza di manodopera dall'Europa dell'Est. Questo era già successo con la Brexit, ma sta solo peggiorando con il Coronavirus. Un coltivatore ha suggerito che il personale di alberghi e ristoranti potrebbe essere in grado di aiutare, anche se non crede che abbiano la mentalità giusta per farlo.

Germania: si teme una carenza di lavoratori stagionali e di personale logistico
Per il momento non c'è motivo di temere per la fornitura di ortofrutticoli in Germania. Tuttavia, per quanto riguarda il personale del settore, l'associazione di categoria DFHV prevede grandi problemi a breve termine. "L'attuale carenza di camionisti non farà che aumentare", ha riferito l'amministratore delegato di DFHV Andreas Brügger. Per questo motivo ritiene necessario un allentamento delle misure di prevenzione, in modo che le forze logistiche non vengano messe in quarantena inutilmente.

Una situazione simile si verifica con i lavoratori stagionali: attualmente c'è una forte necessità di personale per la raccolta dei primi asparagi della stagione. Secondo Brügger il messaggio più urgente è: "La situazione non è buona se i prodotti ortofrutticoli freschi non possono essere trasportati da un punto all'altro o non possono addirittura essere raccolti".

Austria: rigide misure di sicurezza
L'Austria ha adottato misure di sicurezza rigorose per prevenire l'ulteriore diffusione del virus. Non sono consentiti incontri che coinvolgano più di cinque persone e la libertà di spostamento è limitata. "Le strade sono tranquille e l'atmosfera è opprimente. I supermercati sono nel caos più totale da una settimana a causa dell'enorme incetta di prodotti da parte dei consumatori e i mercati all'ingrosso sono ancora in piena attività".

Un commerciante, che rifornisce principalmente il settore catering, parla di un calo del fatturato di circa il 90%. "Anche se il governo fa riferimento a sistemi di compensazione, resta da vedere se questo varrà anche per le piccole e medie imprese. Stanno solo cercando di fare del loro meglio. E' da un po' di tempo che forniamo pacchi di frutta ai privati e abbiamo intenzione di ampliare il più possibile la nostra offerta".

Svizzera: scene drammatiche al supermercato
Da più di una settimana si vedono ogni giorno scaffali ortofrutticoli vuoti nei negozi al dettaglio svizzeri. I volumi degli ordini giornalieri fluttuano di circa il 60% rispetto al livello normale, ciò ha ripercussioni sulla logistica. "Stiamo cercando di consegnare gli ordini in tempo utile". In generale, la situazione è frenetica e incerta, ma comunque gestibile.

Francia: i consumatori fanno incetta soprattutto di prodotti di base
In Francia la vita sociale è in gran parte ferma. Scuole, ristoranti e negozi che non vendono beni di prima necessità hanno chiuso i battenti. Chi si trova per strada senza un valido motivo rischia una multa di 135 euro. Naturalmente tutto questo ha un impatto sul mercato ortofrutticolo.

Come in molti paesi europei, i consumatori francesi stanno facendo scorte di prodotti alimentari. Ciò si traduce in scaffali vuoti e in un notevole aumento del fatturato per i supermercati. I direttori dei supermercati e i politici continuano ad assicurare che non ci saranno carenze e che l'accaparramento non è necessario, ma i consumatori sembrano preoccuparsene poco. I prodotti che vengono venduti molto sono carote, patate e agrumi. Prodotti di lusso come gli asparagi, invece, vanno molto meno bene. I coltivatori che normalmente vendono grandi volumi alle scuole e al settore alberghiero sono stati colpiti duramente. Ora si trovano nella condizione di trovare alla svelta altri canali di vendita.

La logistica è diventata molto più complicata a causa della crisi Coronavirus. "I trasportatori, ad esempio, non vogliono correre il rischio di essere bloccati in Italia, per cui gli italiani a volte vengono a ritirare le merci nel sud della Francia. Ci sono anche più controlli alle frontiere, il che rallenta le cose".

Anche se il mercato all'ingrosso di Rungis ha chiuso il settore floricolo questa settimana, il commercio di frutta, verdura e altri prodotti alimentari continua ad andare avanti. Il direttore di Rungis Stéphane Layani assicura che le cose resteranno così.

Per la prossima stagione, i grossisti prevedono una leggera diminuzione dei volumi di frutta e verdura. Non per mancanza di volumi, ma perché continueranno a esserci molti ritardi in tutto il settore. Ciò è dovuto ai controlli alle frontiere, al rispetto di rigorose norme igieniche e alla carenza di manodopera dovuta al Coronavirus, ad esempio nel caso di raccoglitori nei frutteti. In aggiunta all'elevata domanda, i prezzi dovrebbero aumentare. Lo si può già vedere su alcuni prodotti.

Italia: gli agrumi stanno andando bene, ma si teme una carenza di manodopera
L'intero Paese è in isolamento: se la situazione al nord è davvero negativa, al sud sembra ancora essere più sotto controllo per il momento. Gli italiani, con poche eccezioni, devono rimanere a casa almeno fino al 3 aprile. I supermercati sono aperti, ma il turismo è scomparso e le scuole sono chiuse, il che ha causato un forte calo dei consumi.

In Italia la Grande distribuzione organizzata ha incrementato, in alcuni casi, gli ordini del 30%, mentre il settore Horeca ha registrato una riduzione dell'80% nelle ultime tre settimane. Attualmente i prezzi di produzione sono buoni per i fornitori, soprattutto perché la disponibilità di prodotti importati è diminuita. Il fatturato è aumentato del 40% o più in alcuni casi.

Per i prossimi mesi i programmi delle orticole in campo saranno adattati. I coltivatori di drupacee diraderanno di più in modo da avere una resa inferiore, ma con frutti di calibro maggiore. Gli agrumi stanno andando bene, ma la domanda di verdure come broccoli, cavolfiori, spinaci e carciofi è diminuita. I carciofi non vengono più raccolti a causa del consumo ridotto e dei mercati e ristoranti chiusi. I prezzi sono scesi in media del 50% per questo prodotto. Anche il prezzo delle fragole è diminuito del 40-50%. Nel frattempo sta per cominciare la stagione del pomodoro da industria nelle regioni del centro-sud.

Nella logistica ci sono soprattutto problemi ai confini con Austria, Slovenia e Croazia ma non sembrano esserci difficoltà nei porti. I mercati all'ingrosso sono aperti ma sono state adottate molte precauzioni. Tuttavia, i commercianti stanno assistendo a un dimezzamento delle loro vendite, in alcuni Mercati. Anche la forza lavoro resta un grosso problema: attualmente molti si trovano in patria e non possono (e/o non vogliono) tornare in Italia per la raccolta.

Spagna: la domanda di agrumi è in aumento
Dopo l'Italia è la Spagna a essere stata la più colpita fino ad ora in Europa. Negli ultimi giorni il virus si è diffuso più rapidamente che altrove. Da venerdì scorso il Paese è in lockdown. Alle aste si stanno superando i record. I coltivatori stanno cercando di raccogliere il più possibile e lavorano più a lungo per riuscire a soddisfare la domanda dei supermercati. Alcuni operatori hanno limitato le vendite ai propri clienti, altri speculano sul mercato. E' soprattutto la domanda di banane e patate a essere forte e i prezzi per questi prodotti sono in aumento.

Negli ultimi giorni il prezzo è diminuito nuovamente in quanto i consumatori spagnoli si sono un po' tranquillizzati e l'incetta di prodotti è diminuita. La domanda di agrumi continua a essere elevata e le quotazioni ad aumentare. Con la recessione economica in arrivo i commercianti temono una riduzione nella domanda di prodotti quali mango, avocado e piccoli frutti.

Attualmente i centri di imballaggio rimangono aperti con rigide normative per i lavoratori, cosa che rallenta la produzione. Le esportazioni verso altri Paesi europei sono in aumento a causa della crescente domanda di frutta e verdura. L'aumento della richiesta, i problemi di produzione e l'incremento dei costi creano tensione tra importatori ed esportatori. Molti camion tornano in Spagna anche senza carico a bordo. Ulteriori restrizioni sui prodotti non lavorati possono aumentare i problemi del settore.

Marocco: confini chiusi con l'Europa
Il Marocco ha chiuso i confini all'Europa. Ciò ha interrotto l'arrivo dei lavoratori marocchini in Spagna e rappresenterà un problema per il prossimo raccolto. Al momento il 35% della forza lavoro è nel Paese e ciò significa che non tutti i prodotti potranno essere raccolti.

Polonia: aumenta la domanda delle mele e chiudono le frontiere
I confini polacchi sono chiusi. Viene fatta un'eccezione solo per il trasporto delle merci e per i cittadini polacchi, ma i controlli al confine con la Germania ritardano le normali attività. Ogni giorno non è raro vedere file anche di 20 chilometri. Nel frattempo, nel Paese aumenta la domanda di mele per via della tendenza dei consumatori a fare scorte. Le aziende hanno comunicato la loro disponibilità a continuare a lavorare a norma di sicurezza. Altri commercianti temono una diminuzione della domanda di frutta e verdura per la loro minore shelf life e perché le scuole sono chiuse e i punti di vendita sono limitati.

Ungheria: gravi carenze di personale affliggono la raccolta del cavolo cinese
In Ungheria sta per cominciare la stagione di raccolta. La prossima settimana toccherà ai primi lotti di cavolo cinese. "Non so proprio come faremo ora che i lavoratori stagionali dalla Romania sono rimasti in massa a casa". Ad affermarlo un commerciante dell'Ungheria meridionale, secondo il quale ciò rappresenterà un problema più avanti nella stagione quando si dovranno raccogliere prodotti ungheresi destinati all'export come peperoni, pomodori, ciliegie e susine. Quasi tutti i contagi si trovano all'interno e intorno a Budapest. Tuttavia, è stata annunciata la chiusura completa del settore della ristorazione. Come in altre nazioni europee, i consumatori stanno prendendo d'assalto i supermercati. "Gli scaffali ortofrutticoli non si riescono a reintegrare, soprattutto per patate, cipolle, carote e conserve di verdure".

Grecia: la logistica è la sfida più grande
Per le società greche tutti gli obblighi fiscali al momento sono sospesi. Ciò significa che non ci saranno penali per le aziende che restano indietro con i pagamenti. Nel frattempo, le vendite vengono aumentate il più possibile perché continua a esserci bisogno di frutta. La sfida più grande per un esportatore greco è la consegna in orario degli ordini a causa dei problemi che si stanno registrando ai confini interni europei.

Turchia: confini con Iran e Iraq completamente serrati e riduzione dei prezzi
La domanda di agrumi dall'Europa è triplicata e i confini turchi con Iraq e Iran sono stati chiusi. Anche le frontiere con la Siria sono serrate, ma in questo caso un ruolo lo giocano le ragioni politiche. Nella Turchia orientale il prezzo dell'ortofrutta registra, in alcuni casi, un calo del 90%.

Attualmente alcuni centri di imballaggio hanno sospeso l'attività e resteranno fermi per una decina di giorni. Nel frattempo tutti gli ordini sono stati espletati a un prezzo più basso del solito. Il numero di contagi in Turchia è in aumento e si teme che il Paese sarà il prossimo a registrare livelli elevati come in Europa. Attualmente il problema principale è rappresentato dalla logistica. Gli autisti non osano andare in Europa e i controlli ai confini interni europei non facilitano il trasporto.

Israele: a causa della chiusura dei confini i braccianti non possono andare al lavoro
In Israele è tutto fermo. Restano aperti solo supermercati, farmacie e altri negozi che vendono prodotti essenziali. La popolazione ha cominciato a fare scorte e predilige principalmente conserve e alimenti essiccati, ma anche frutta e verdura. I dipendenti del settore alimentare possono ancora lavorare. Il problema più grande, tuttavia, riguarda chi lavora nei campi perché molti di loro non possono presentarsi a causa della chiusura dei confini, come per esempio quelli della Cisgiordania. Anche nei centri di imballaggio ci sono problemi: bisogna garantire la distanza di due metri tra i dipendenti e quindi c'è spazio solo per un terzo del personale totale. La settimana scorsa c'è stato un problema in un porto israeliano con un mercantile italiano perché si temeva che l'equipaggio fosse stato infettato.

India: la logistica diventa una sfida
In India la recente stagione delle melagrane si è conclusa con volumi più bassi. Per la prossima stagione, che comincerà a giugno, ci si aspetta un aumento della resa del 30%. Il mercato più importante per gli arilli di melagrana è l'Europa occidentale. Gli indiani prevedono una domanda maggiore a causa del Coronavirus perché questi frutti sono ricchi di antiossidanti. Tuttavia, la logistica sta diventando una grande sfida per la carenza di trasporto aereo.

Thailandia: il Coronavirus ostacola l'export di pomelo
Sebbene quest'anno il pomelo mostri una buona qualità e volumi adeguati con 3 milioni di pezzi, l'export dovrebbe diminuire notevolmente a causa del Coronavirus. L'esportazione di questo prodotto sta sperimentando problemi dall'inizio del 2020 a causa del virus.

Ghana: l'export in Europa è completamente fermo
Sebbene in Ghana il virus non sia ancora arrivato, il commercio è stato completamente interrotto a causa sua. Gli importatori europei cancellano gli ordini in massa. Un esportatore di papaya e ananas non sta più inviando merce in Europa al momento. L'esportatore spera che in estate il virus scompaia, in tempo per la stagione del mango, prodotto che per quest'anno ha ampliato la sua zona di produzione. Nel frattempo il Paese è in cerca di altri mercati di vendita, ma quelli alternativi come il Medio Oriente sono stati duramente colpiti dal virus.

Sudafrica: il settore agrumicolo è in attesa che la Cina sblocchi i container refrigerati
In Sudafrica l'impatto del Coronavirus sembra essere minimo per mele e pere, che al momento sono i frutti più importati. La domanda è buona e non si nota una riduzione della richiesta. Nella settimana 11 l'export di mele è aumentato verso il Regno Unito del 177% e verso il Medio Oriente del 56%, mentre quello verso l'Asia orientale è diminuito del 34%. Alla fine della settimana 11 l'export totale di mele verso l'Asia orientale risultava essere più alto del 42% rispetto al 2019. Lo stesso vale per le pere, il cui export verso il Regno Unito e la Russia è aumentato, mentre quello verso l'Asia orientale è diminuito del 54%. Alla fine della settimana, l'export verso tutte le regioni risultava essere superiore rispetto all'anno scorso.

Al momento gli agrumi si vendono bene e un coltivatore ritiene che sia un buon modo per testare le linee logistiche. Portare i prodotti sugli scaffali dei supermercati europei potrebbe rivelarsi una sfida. Il settore sudafricano degli agrumi attende con ansia lo smaltimento dei prodotti nei porti cinesi e la liberazione dei container reefer per il settore: a maggio e giugno, infatti, arriveranno sul mercato i primi grandi volumi di agrumi sudafricani.

Anche il Sudafrica ha preso dei provvedimenti. I documenti di trasporto vengono redatti in forma digitale, molte persone lavorano da casa e i magazzini stanno osservando le normative. Le scuole sono chiuse. Per il momento i casi di Covid-19 sono abbastanza contenuti.

Cina: lenta ripresa nel paese
Nei mesi scorsi la Cina ha fatto di tutto per tenere sotto controllo il virus. Nelle ultime settimane si è notata una ripresa della produzione per alcune aziende e c'è un controllo maggiore sul virus. Il settore ortofrutticolo ha rappresentato un'eccezione ed era tornato in produzione durante il periodo di maggiore difficoltà per rifornire i supermercati di prodotti freschi. Tuttavia, non è stato per niente facile dal momento che non tutti i lavoratori erano disponibili e c'erano anche molti problemi a livello logistico. Ora si registra una ripresa generale e anche l'import e l'export sono in lenta ripresa.

Nord America: il trasporto aereo da Sud America ed Europa è ostacolato
In Canada e negli Stati Uniti al momento stanno assistendo ad acquisti dettati dal panico da parte dei consumatori, ma frutta e verdura sono disponibili e non ci sono carenze. La sfida è legata soprattutto alla transizione tra le stagioni e alle piogge registrate in California in quanto potrebbero causare volumi più bassi di frutta e verdura. Si teme anche una carenza di prodotti di nicchia perché molte specialità arrivano con il trasporto aereo e, al momento, i principali problemi sul mercato sono legati a questo. Quindi sul mercato canadese ci sono volumi più bassi di papaya gialla e zenzero dal Brasile. I confini tra Stati Uniti e Canada sono chiusi, ma non per i generi alimentari. Ciò che sta preoccupando importatori ed esportatori è la possibile chiusura dei confini tra Messico e Stati Uniti.

Cile: gli effetti del Coronavirus non sono ancora visibili sul commercio
In Cile sono state chiuse le scuole e cancellati gli eventi, ma le misure non hanno ancora sortito effetti sul commercio della frutta e verdura. Il Paese si trova nella stagione delle mele e a breve seguirà quella dei kiwi. Per il momento i cileni non registrano ancora alterazioni nella domanda per i loro prodotti. Tuttavia, l'attenzione del governo è rivolta all'autunno imminente, ovvero il periodo in cui ci si ammala più facilmente. Un'epidemia potrebbe rivelarsi una grande sfida per i coltivatori e i centri di imballaggio cileni. Qualche giorno fa il Presidente del Cile ha annunciato lo stato di emergenza per i prossimi 90 giorni.

Costa Rica: la domanda di ananas aumenta, ma si registrano problemi di logistica
In Costa Rica la raccolta di ananas continua secondo programma e la domanda da Nord America ed Europa sta aumentando notevolmente. I problemi si riscontrano soprattutto nel reperimento dei container refrigerati per l'export. Ciò potrebbe causare un aumento dei prezzi nelle prossime settimane, ma per il momento si tratta di speculazioni.

Messico: la chiusura dei confini con gli USA è il timore più grande
In Messico vengono riportati pochi casi di contagio e il Paese ha adottato limitate misure di sicurezza. Il settore dell'avocado sta cercando di mantenere stabile il mercato con volumi sufficienti di prodotto e di continuare a consegnare nei tempi previsti. Un coltivatore ha dichiarato che per rispondere alla crescente domanda si stanno perdendo mercati. Per le verdure invernali il lavoro procede secondo i tempi normali anche se alcuni importatori al momento vorrebbero avere più mercati possibile. Se i confini tra Messico e Stati Uniti dovessero chiudere, si prevedono problemi per molti esportatori.

Australia: si teme una carenza di forza lavoro
Per l'Australia l'impatto maggiore del Coronavirus è determinato da un'imminente carenza dei braccianti nel settore. L'Australian Fresh Produce Alliance sta esortando il governo a estendere i visti di tutti i lavoratori agricoli al fine di potere continuare a fornire frutta e verdura agli australiani. Inoltre, per gli esportatori è difficile trovare container reefer e trasporto aereo per spedire i loro prodotti. Il governo ha assicurato che la catena logistica alimentare funziona bene nel Paese e che non è in pericolo.

Nuova Zelanda: al lavoro persone di altri settori
Come in Australia la difficoltà maggiore per la Nuova Zelanda riguarda la carenza di forza lavoro. Per evitare questo problema, il Paese ha proposto di impiegare nella raccolta di frutta e verdura le persone di altri settori che al momento non stanno lavorando, come quelli che operano nella silvicultura, in quanto il lavoro non sarebbe troppo distante dalle mansioni originarie.

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