Le province a nord con restrizioni, come quelle più a sud. Nel mezzo le altre, in un limbo. L'Emilia Romagna si trova - con Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena e Rimini - in una zona "arancione", dove non ci si può muovere ma dove comunque treni e aerei circolano, le merci deperibili (ovviamente) pure, ma anche le persone con improrogabili impegni di lavoro. Abbiamo contattato due operatori, uno emiliano di Reggio e uno romagnolo di Rimini, per capire come vivono questa nuova situazione.
Matteo Freddi (foto d'archivio)
Loro sono Matteo Freddi che produce, lavora e commercializza cipolle, mentre l'altro è Massimiliano Ceccarini di Sipo, specialista in verdure. "Stamattina (ieri, domenica 8 marzo 2020, ndr) mi sono recato in tre supermercati di Reggio. Per fortuna non ho visto scene di panico. La gente faceva spesa, acquistando anche qualcosa in più del normale, ma senza eccessi. Questo mi ha tranquillizzato, almeno in parte".
"Continuiamo a lavorare come sempre - aggiunge Freddi - in quanto sia la Gdo, sia i mercati generali hanno continuato a fare gli ordini. Ed è normale, dato che l'alimentazione è l'unica cosa che non si può sospendere, neppure per decreto".
Freddi fa un'altra considerazione: "Noi ortofrutticoli siamo in situazione di emergenza tutti i giorni, tutto l'anno. Lavoriamo praticamente tutti i giorni e, a volte, in rimessa. Abbiamo a che fare con problemi di ogni sorta, dalla concorrenza sleale agli insetti, al maltempo. Da un lato questa è una tegola in testa che non ci voleva; dall'altro, siamo in grado di reagire rimboccandoci le maniche".
Massimiliano Ceccarini (foto d'archivio)
230 chilometri più a sud, lungo la via Emilia, la ditta Sipo di Rimini si trova a fronteggiare una situazione inaspettata. "Siamo oltre la soglia di attenzione già da qualche tempo - dichiara Massimiliano Ceccarini - però questa parziale chiusura è arrivata piuttosto all'improvviso. Il nostro lavoro continua e gli ordini stanno arrivando, anche perché è noto a tutti che non vi è alcun problema per le derrate".
Ma Ceccarini non nasconde che è in atto una riorganizzazione aziendale già da qualche giorno. "Maggiori controlli sul personale, qualche precauzione in più sull'igiene personale, divieto di ingresso agli estranei in azienda; sono solo alcune delle precauzioni che abbiamo adottato. In Italia stiamo effettuando tanti controlli, ed è per questo che siamo il paese con più contagiati. Noi ci impegniamo, anche come azienda, a limitare le opportunità di contagio".
Foto tratta dal sito zic.it