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Una buona stagione con qualche sproporzione al rialzo dei prezzi

Il punto sulla campagna dell'arancia italiana

"Questa campagna di commercializzazione degli agrumi siciliani si può considerare terminata per le arance rosse". A dirlo è Pietro Russo, esperto di lungo corso dell'agrobusiness agrumicolo internazionale.

Pietro Russo

"Il prodotto, a questo punto della campagna, infatti – continua Russo - è nella totalità in mano ai commercianti. La domanda è consistente e il prodotto siciliano si vende senza problemi. La stagione, nella sua interezza, si è caratterizzata per un ottimo andamento, specialmente in esportazione, dove la richiesta è stata stabile e continua. Le arance bionde sono state regolarmente collocate e senza i problemi degli anni passati. A determinare l'andamento positivo ha contribuito una minore disponibilità di prodotto nelle zone della Puglia e Calabria".

"I prezzi sono stati soddisfacenti - racconta l'esperto - con un buon equilibrio sia per il produttore sia per il commercio; la varietà Moro ha raggiunto 30/35 centesimi di euro al kg, sugli alberi, con punte fino a 40 centesimi. Stesso riferimento per il Tarocco, che inizialmente è stato commercializzato con regolarità ed è stato ben accolto anche in esportazione. Soprattutto le nuove varietà Ippolito e Tarocco Rosso hanno ben coperto la mancanza del Moro e sono gradite sia in Italia che all'estero. Dette varietà fanno intravedere sviluppi positivi nel futuro prossimo, quando ne avremo una maggiore disponibilità".

"Purtroppo dobbiamo dire che la fase finale della commercializzazione del tarocco ha vissuto un andamento spropositato per i prezzi d'acquisto in campagna, che hanno fatto lievitare le quotazioni da 60 centesimi al kg a 80 centesimi di euro. Inevitabili gli squilibri conseguenti di quotazione nei passaggi successivi e al consumo".

Considerazioni sul panorama varietale
"Ritengo che, alla luce delle esperienze di questa stagione – racconta l'imprenditore agrumicolo - possiamo dire che le nuove varietà di arance rosse bene si affermano sui mercati esteri e italiani. Emergono le cultivar Ippolito, Lempso, Meli e Tapi, che sono tutte varietà con graduale maturazione nel periodo. Una nota a parte per il bio, che acquista una quota di mercato sempre maggiore, anche se non si riesce ad ottenere una significativa differenza di prezzo rispetto al convenzionale".

Bene, dunque, l'andamento complessivo della stagione commerciale e produttiva, favorita dalle piogge occorse nei momenti più utili, a ottobre, e che hanno determinato un calibro eccellente. Certo, poi è seguito un clima asciutto per fin troppo tempo, ma intanto si è evitato il fenomeno della cascola e il prodotto è rimasto in ottimo stato sulla pianta.

"Solamente a metà febbraio – aggiunge Russo – abbiamo avuto qualche abbassamento delle temperature, che ha causato qualche danno da gelata nelle zone più basse del nostro areale di Lentini (SR)".

E intanto emerge un nuovo problema, che sempre più diventa importante per il comparto. La manodopera per la raccolta scarseggia sempre più e "non c'è ricambio generazionale". "Questo sarà un dramma, nei prossimi anni – denuncia l'agrumicoltore - e non si intravede come risolvere un problema di vitale importanza per il futuro agrumicolo. Bisogna trovare nuova manodopera e cercare di formarla, ma sinceramente non ho la soluzione al problema, che rimane in eredità alle giovani imprese e alle organizzazioni di categoria".

Che impatto sta avendo il Coronavirus sulla commercializzazione delle arance?
"Per quanto ci riguarda – risponde in chiusura il manager – non abbiamo avuto alcun problema nella commercializzazione delle nostre arance, relativamente alla crisi del Coronavirus".