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Intervista al virologo Walter Davino - Seconda parte

Tobamovirus, in fase di messa a punto il protocollo per la validazione dei test

Il Tomato Brown Rugose Fruit Virus, nel giro di qualche anno, è diventato un problema molto serio per il settore del pomodoro da mensa. In una lunga intervista al virologo Walter Davino dell'UniPA, abbiamo fatto chiarezza su alcuni aspetti fondamentali della fitopatia. (Vedi anche articolo correlato).

Come bisogna gestire la situazione che si è venuta a creare, a seguito della presenza di questo virus?
"Bisogna gestire il problema – dichiara Davino - compiendo un'analisi lungo tutta la filiera, a cominciare dal seme e passando dai vivai, e ancora monitorando le aziende agricole per, infine, osservare cosa succede sugli scaffali della grande distribuzione organizzata".

"Per quanto ci riguarda, come Università di Palermo, eseguiamo regolarmente analisi sia su campioni provenienti dai privati che su quelli provenienti dai Servizi Fitosanitari Regionali. Nell'ultimo anno non abbiamo riscontrato positività sui semi in entrata. Anche le piantine nei vivai sono risultate sane, almeno per quanto riguarda gli esami svolti dal nostro laboratorio. Mentre per i campioni provenienti dal campo abbiamo una tendenza di positività in crescita, purtroppo".

Perché la tendenza della diffusione della malattia è in crescita?
"A mio parere – evidenzia il professore - ciò è dovuto alla preoccupazione degli imprenditori agricoli nel dichiarare l'avvenuta infezione. Questo comportamento ha portato a un aumento della malattia in assenza di misure profilattiche idonee. Le misure cosiddette restrittive non devono però in alcun modo preoccupare l'agricoltore, che non subirà l'eradicazione forzata delle sue coltivazioni. Piuttosto, è utile allertare il Servizio Fitosanitario Regionale affinché gli specialisti si rendano conto della situazione in modo da suggerire all'impresa agricola le migliori pratiche da attuare per determinare un contenimento del problema".

Quali metodi esistono per determinare la presenza del Tomato Brown Rugose Fruit Virus?
"Premetto che si tratta di un virus nuovo – dice ancora Davino - e molti aspetti della sua natura sono ancora sconosciuti. Tuttavia, ad oggi esistono alcune pubblicazioni che spiegano le migliori metodologie per la rilevazione di questo virus. Ovviamente, detti test devono essere validati dalla comunità scientifica e noi, sempre come Università di Palermo assieme ad altri enti italiani ed esteri, siamo coinvolti nel processo di validazione denominato 'Valitest'. Il referente in Italia per questo protocollo è il CREA - DC di Roma e a breve partirà la sperimentazione. Ultimato il processo di sperimentazione, saremo in grado di decidere quale sia il migliore test da utilizzare, sia in Italia che nel resto d'Europa".

A proposito, qual è la situazione nel resto d'Europa?
"Recentemente, il Tomato brown rugose fruit virus – accenna il professore - è stato riscontrato anche in Spagna e in Francia. Abbiamo, tra gli altri, dei focolai anche in Inghilterra e nei Paesi Bassi e ciò denota la fluidità della situazione".

E' verosimile il rischio di perdere la produzione mondiale di pomodoro?
"Sicuramente – risponde il docente universitario - fin quando non si troverà una soluzione efficace per il contenimento del virus, c'è il rischio di assistere a una contrazione del mercato globale del pomodoro destinato al consumo fresco. La risposta in tal senso, a mio avviso, potrà venire solo dal mondo della genetica".