Il Tomato Brown Rugose Fruit Virus è un tema di grande attualità, che non cessa di destare preoccupazione nell'intero settore ortofrutticolo e in particolar modo nel comparto del pomodoro.
Walter Davino
Per questo motivo, abbiamo incontrato Walter Davino, virologo nonché docente del Dipartimento SAAF presso l'Università di Palermo, per fare chiarezza nell'informazione e per capire quali siano le priorità del momento. (Vedi anche articolo correlato)
Qual è, dunque, la situazione attuale in Sicilia in relazione al Tobamovirus?
"Abbiamo diversi focolai - risponde il docente - che vanno da Pachino a Licata. La malattia è abbastanza diffusa e, rispetto all'anno scorso, c'è un peggioramento perché cresce il numero delle aziende interessate dalla fitopatia. La diffusione è a macchia di leopardo, ma è destinata ad aumentare perché non abbiamo ancora raggiunto il picco dell'espressione epidemiologica".
Diffusione in Sicilia
In quale misura il fenomeno persistente in Sicilia influenza i mercati italiani ed esteri?
"I mercati non sono influenzati dalla presenza del ToBRFV – chiarisce Davino - e, a tal fine, è importante sottolineare che la Direttiva europea non impedisce la commercializzazione di bacche infette o provenienti da aerali infetti. Ovviamente, la produzione risente ugualmente della fitopatia, a causa delle ridotte rese produttive che il virus provoca".
Il Prof. Davino durante il suo intervento
Si è fatto un gran parlare sullo status del ToBRFV, può darci ulteriori ragguagli?
"E' opportuno chiarire che questa non è una fitopatia attualmente da quarantena, ma è inserita nell'Alert List dell'Eppo – spiega il virologo - A tal fine, ricordo la Decisione di Esecuzione UE 2019/1615 del 26 settembre 2019, applicata a partire dal primo di novembre 2019 e valida fino al 31 marzo 2022. La suddetta direttiva (in particolare all'articolo 5) disciplina il movimenti dei vegetali (pomodoro e peperone) destinati alla piantagione, sia originari dei territori comunitari che extracomunitari".
Diffusione nel mondo. (Clicca qui per ingrandire)
Cosa vuol dire esattamente?
"In altri termini questo significa – dice l'esperto - che sementi e piantine che provengono da zone focolaio, come la Sicilia e le altre parti del mondo, devono essere testate per comprovarne l'esenzione dal patogeno, mentre per le piante destinate alla produzione non vi è alcuna prescrizione, comprese le bacche che quindi possono essere commercializzate".