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Rapporto Agrosserva, aggiornamenti ultimo trimestre 2019 e bilancio dell'intero anno

Rallentamento degli scambi globali, incognite post Brexit, nuove tariffe sul mercato Usa e anomalie clima

L'agricoltura italiana affronta la difficile congiuntura del momento, legata anche all'emergenza del Coronavirus, con alle spalle un 2019 non particolarmente brillante. A sottolinearlo è il rapporto Agrosserva dell'Ismea che, in occasione dell'aggiornamento dei dati dell'ultimo trimestre, traccia il bilancio dell'intero anno.

Pesano il rallentamento degli scambi globali, le incognite sul futuro post Brexit, i possibili riflessi della nuova imposizione tariffaria sul mercato Usa (al momento per l'Italia limitata ai dazi addizionali del 25% su alcuni prodotti) e, più da vicino, le anomalie climatiche che, negli ultimi mesi dell'anno, hanno determinato riduzioni produttive in alcuni comparti.

Secondo le prime stime, l'agricoltura italiana ha chiuso il 2019 con una flessione della produzione (-1,3%) e del valore aggiunto (-2,7%). Come accade ormai da qualche tempo, alla base degli arretramenti ci sono state principalmente condizioni climatiche sfavorevoli. Le produzioni che hanno subito flessioni rilevanti sono state quelle relative a frutta, cereali, zootecnia e uva da vino. Al contrario, l'annata 2019 è stata positiva per l'olio e, nel complesso, per patate e ortaggi.

Ortaggi
Nell'ultimo trimestre del 2019, i listini all'origine di quasi tutte le tipologie di ortaggi sono diminuiti rispetto ai livelli raggiunti nello stesso periodo del 2018, quando violente piogge avevano condizionato qualità e volumi raccolti delle principali verdure, limitandone la disponibilità. Questo vale soprattutto per cavoli, carciofi e zucchine. Le anomalie meteorologiche, tuttavia, non sono mancate neanche negli ultimi tre mesi del 2019, con temperature miti intervallate da piogge abbondanti che, seppur meno intensamente rispetto all'anno precedente, hanno avuto effetti sul mercato di alcune produzioni, come finocchi e lattughe, con minori quantitativi o qualità non ottimale e, di conseguenza, listini che hanno proseguito il loro trend in aumento.

Gli acquisti di ortaggi freschi da parte delle famiglie italiane hanno chiuso complessivamente il 2019 con un segno positivo, sia considerando i volumi, sia il valore. Si conferma comunque la preferenza dei consumatori verso i prodotti ad alto contenuto di servizio: gli ortaggi di IV gamma (+2% i volumi, +0,4% il valore) e le verdure surgelate (+1,1% il valore).

Anche l'export del settore segue un trend positivo per gli ortaggi trasformati, soprattutto grazie alle conserve di pomodoro che, nei primi 11 mesi del 2019, segnano su base annua un +6% in valore e un +4% in volume. Al contrario, per il segmento fresco sono diminuite le esportazioni del 3,2% in volume e dello 0,6% in valore; allo stesso tempo, le importazioni italiane di ortaggi freschi sono cresciute notevolmente (+18% in valore e +7% in volume).

Agrumi
La campagna agrumicola 2019/20 non si sta rilevando positiva: agli effetti del virus Tristeza, si sono aggiunti quelli di un meteo inclemente. Già in primavera, vento e forti piogge avevano compromesso lo sviluppo dei frutti; in seguito, le temperature al di sopra della media hanno rallentato il processo di maturazione. L'offerta di tutti gli agrumi si sta rivelando minore rispetto ai livelli dell'anno precedente, con listini in crescita.

Per quanto riguarda le clementine, oltre al calo produttivo, va anche menzionata una prevalenza di calibri medio-grandi.

Frutta
Nel 2019, l'uva da tavola ha fatto segnare la seconda campagna negativa consecutiva, con raccolti inferiori alla media, soprattutto per le flessioni avvenute in Sicilia; i prezzi al produttore sono stati superiori rispetto al livello dell'anno precedente solo in avvio e sul finire di campagna, più bassi nella fase centrale.

Per quanto riguarda le mele, nel quarto trimestre 2019 i listini sono diminuiti su base annua, per un ritorno dell'offerta nella media. In notevole crescita, invece, i listini delle pere che hanno tracciato la campagna più deficitaria di sempre per problemi climatici e fitosanitari, tra i quali la diffusione della cimice asiatica.

Nel complesso, gli acquisti delle famiglie di frutta fresca sono diminuiti rispetto al 2018 sia in volume, sia in valore. Dinamiche negative anche per gli agrumi, che non hanno riportato i volumi e la spesa sui livelli precedenti (-4% i volumi a consuntivo). Solo la frutta a guscio nel 2019 ha segnato un'ulteriore crescita in volume di oltre 5,5 punti percentuali, con una spesa che sfiora ormai gli 850 milioni di euro. Nel segmento della frutta trasformata, dinamiche contrapposte: in aumento gli acquisti di conserve e in flessione i succhi (rispettivamente +1,4% e -3,6% per quanto riguarda la spesa).

Il settore si avvia a chiudere l'anno con un segno negativo anche nel valore delle esportazioni di frutta fresca: -4% il calo su base annua nei primi 11 mesi del 2019, a fronte di un +3,9% in volume. Anche il segmento del trasformato evidenzia performance negative rispetto al 2018, con un calo di circa il 4% dell'export sia in volume, sia in valore, che deriva per lo più da succhi di frutta e marmellate.

Fonte: ismeamercati.it

Data di pubblicazione: