"Qualsiasi sia il campo di applicazione, l'introduzione di nuove tecnologie o processi richiede tempi di rodaggio e di accompagnamento tecnico adeguati a mettere a punto metodi di gestione consapevoli". Così risponde Antonino Catara, fitopatologo e responsabile scientifico di Agrobiotech, alla nostra domanda sui deperimenti che si registrano nei nuovi impianti agrumicoli.
Giuseppe Scuderi, Marina Bazzano e Marcella Russo
"Un vecchio problema tornato alla ribalta a seguito della diffusione dei citrange, portinnesto con caratteristiche bioagronomiche diverse dall'arancio amaro - prosegue il già docente universitario - che ha consentito di arginare i danni causati dal virus della Tristeza (CTV). Il problema è complesso, spesso frettolosamente attribuito al portinnesto o a una non conformità delle piante, più spesso dovuto a errata sistemazione del terreno e/o gestione dell'irrigazione".
"Il Fusarium solani - aggiunge Catara - colonizza la rizosfera di numerosi fruttiferi, per poi penetrare nelle radici attraverso ferite o condizioni di stress della pianta. Adacquamenti eccessivi, piogge persistenti o sistemazioni del suolo non adeguate, sono le principali cause predisponenti l'infezione, unitamente a ferite da Phytophthora, virus, viroidi e attacchi da nematodi".
"Nelle fasi iniziali, si osservano decolorazioni delle nervature e clorosi diffuse delle foglie, seguite da filloptosi e disseccamento dei rametti. Sulle radici principali si evidenziano aree corticali inizialmente umide e molli, che successivamente disseccano. Il legno sottostante presenta un imbrunimento più intenso nell'asse centrale, dovuto alla colonizzazione di Fusarium. A questo stadio, si ha il collasso delle piante. Nei terreni compatti, poco permeabili, o destrutturati, con ridotta porosità, l'incidenza può raggiungere anche il 30%".
Ecco come si presenta il problema
Un'indagine condotta di recente mostra che danni significativi possono aversi anche in piante innestate su portinnesti diversi dai citrange, compreso l'arancio amaro. "Quasi il 90% dei campioni con sintomi di deperimento hanno infezioni di Fusarium e di Phytophthora a carico delle radici - spiega Marcella Russo di Agrobiotech - che studia la malattia dai tempi del dottorato di ricerca. Frequenti sono anche i casi di aggrovigliamento delle radici, che impediscono l'assunzione e il trasporto regolare dei soluti".
L'adozione di corrette misure agronomiche, supportate da adeguate indagini, secondo quanto riferito dai nostri intervistati, consente di prevenire il problema o di gestirlo. Nei nuovi impianti, la scelta del sito e del portainnesto e l'impiego di piante di elevata qualità fitosanitaria assumono massima rilevanza. Non meno importanti sono la corretta sistemazione del terreno e la gestione razionale dell'irrigazione (evitare di bagnare il tronco). In considerazione della ridotta funzionalità delle radici, gli adacquamenti dovranno essere necessariamente frazionati, ridotti ma frequenti, con apporti di piccole dosi di fertilizzanti e di biostimolanti.
Dettaglio anche sul fusto
Utili le concimazioni fogliari con microelementi. Negli impianti già in fruttificazione, la somministrazione di sostanza organica consente di migliorare la microporosità del terreno, facilitando la circolazione dell'acqua e l'accrescimento delle radici. Anche in questo caso l'irrigazione dovrà essere riprogrammata per evitare ulteriori danni alle radici. L'impiego di prodotti biostimolanti di sintesi o microbici potrà essere utile se le infezioni non sono in fase avanzata.