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Position paper di Assoplant in tema di ToBRFV

Tomato Brown Rugose Fruit Virus (ToBRFV) appartiene al genere virale dei Tobamovirus, ed è stato identificato e caratterizzato per la prima volta in Giordania nel 2015 su piante di pomodoro. Nell'autunno 2014, una nuova malattia su pomodoro con sintomi simili era stata già segnalata nel sud di Israele da dove si è diffuso rapidamente in tutto il Paese.

Nell'arco del 2018, nuove segnalazioni vengono riportate su pomodoro in Germania e California, in Messico, in Palestina ed in Italia dove il virus è stato trovato su piante di pomodoro in Sicilia e in Piemonte.

Come altre specie appartenenti al genere Tobamovirus, il virus si trasmette per seme, per via vegetativa mediante le operazioni di innesto, spuntatura e per contatto durante le operazioni colturali in genere. 

La trasmissione per seme avviene a causa della contaminazione dei tegumenti esterni e la successiva manipolazione del seme nella fasi di produzione. La presenza del virus nell'endosperma, nonostante venga ritenuta possibile dall'EPPO (European and Mediterranean Plant Protection Organization) sembra non essere stata confermata con sicurezza. 

Attraverso il seme l'infezione si può trasmettere sulle lunghe distanze in quanto esso viaggia anche tra continenti diversi se si considera il luogo di produzione rispetto ai luoghi dove esso viene utilizzato. In questa eventualità si registreranno delle infezioni spot anche in luoghi molto distanti tra loro.

Sarebbe quindi fondamentale studiarne l'epidemiologia attraverso il collegamento tra le varietà e i lotti di seme interessati. Un'azione di trasparenza e di controllo capillare a livello mondiale potrebbe ridurre considerevolmente l'impatto sui territori .

La trasmissibilità per seme può determinare la presenza del virus anche sulle piantine coltivate nei vivai e, conseguentemente, nelle colture in campo con una rapida diffusione del virus attraverso le operazioni colturali, attraverso strumenti, attrezzature e indumenti contaminati oltre che attraverso le mani e il contatto diretto tra le piante. 

I Tobamovirus possono sopravvivere con eguale carica infettiva per lungo tempo nei semi, anni, e per diversi mesi nei residui vegetali e sulle superficie di attrezzi e strutture venute a contatto con succo infetto.

Il virus può diffondersi a lunga distanza attraverso il commercio di materiale infetto come semi o piantine ma anche frutti. Recentemente, è stato anche riportato il ruolo dei bombi (Bombus terrestris) nella diffusione del virus all'interno delle serre. In riferimento alla simultanea emergenza del virus in diversi areali produttivi il ToBRFV è stato inserito all'inizio del 2019 nella "Lista di Allerta" dell'EPPO .

Considerata l'importanza economica della coltivazione del pomodoro per tutto il settore agricolo italiano ovvero per la Sicilia per le colture da mensa e per il nord Italia per le colture destinate alla filiera del pomodoro da industria, diventa obbligatorio adottare delle misure idonee a contenere la diffusione di questo virus che potrebbe causare un danno economico di grande entità all'intero comparto agricolo nazionale.

Assoplant ritiene pertanto che si debba agire a livello di filiera produttiva e non solo su un singolo comparto, pertanto le misure di contenimento della diffusione devono interessare i sementieri, i vivaisti, gli agricoltori, i confezionatori e le strutture della logistica dei prodotti orticoli.

Come primo passo dovremo quindi avere la certezza che non vengano introdotte sul territorio nazionale sementi infette. A questo scopo è già stata emanata la Decisione UE 2019/1615 e il nostro Ministero di competenza ha reso obbligatorio l'uso di sementi testate in laboratorio.

In questi giorni abbiamo appreso che il Ministero ha deciso o sta decidendo di adottare come protocollo ufficiale di analisi il Protocollo ISHI quindi il protocollo della ISF (International Seed Federation) che rappresenta internazionalmente gli interessi dell'industria sementiera. Abbiamo appreso inoltre che il suddetto protocollo è risultato essere il più attendibile a seguito di una disamina effettuata dal CREA che è l'unico laboratorio italiano accreditato dall'Europa per le virosi.

Da una serie di verifiche che Assoplant ha effettuato presso alcuni rappresentanti del mondo scientifico e universitario è emerso che il protocollo ISHI per il ToBRFV non sembra essere esente da criticità e soprattutto risulterebbe essere più costoso di altri metodi di analisi e con processo di determinazione che richiede tempi assai più lunghi di altre metodiche già messe a punto.

Assoplant ritiene che in una situazione di emergenza di questo tipo sia opportuno adottare un protocollo di analisi delle sementi e delle piante che sia:

- rapido
- economico
- sicuro
- facilmente applicabile

Dobbiamo ricevere certezza di assenza del virus su semi e piante in tempi brevi, con costi contenuti e con metodi facilmente utilizzabili in sede di ulteriore verifica anche da parte degli acquirenti dei prodotti agricoli (semi) e non solo dai fornitori dei medesimi.

Un'altra critica che come Associazione ci permettiamo di avanzare fa riferimento al fatto che, come principio generale, non riteniamo opportuno che il "controllore" debba agire con una metodica decisa dal "controllato".

Come già accennato, a livello scientifico, esistono in Italia specifiche competenze che stanno studiando da tempo la materia e che hanno pubblicato protocolli di analisi con le caratteristiche che noi vorremmo venissero tenute in considerazione dal nostro Ministero di riferimento considerando che provengono da Enti Pubblici (Department of Agricultural, Food and Forest Sciences, University of Palermo, Palermo, Italy - Fundación para el Fomento de la Investigación Sanitaria y Biomédica de la Comunitat Valenciana (FISABIO)-Salud Pública, Valencia, Spain - Instituto Agroforestal Mediteráneo, Universitat Politécnica de València (IAM-UPV), Valencia, Spain - Institute for Sustainable Plant Protection, National Research Council (IPSP-CNR), Turin, Italy).

Assoplant, in coordinamento con le altre associazioni di vivaisti europei aderenti ad EU Plant, ha messo a punto una prima bozza di protocollo di igiene da adottarsi nei vivai. Tale protocollo prevede diversi stadi di intervento che rendono massimo il livello di igiene della produzione vivaistica.

Nel protocollo Assoplant sono previste anche le modalità operative che si devono adottare in caso di eventuale contaminazione per evitare l'ulteriore diffusione del virus. Queste ultime misure risulterebbero essere molto utili anche per i coltivatori che conducono le produzioni in campo per cui siamo disponibili a confrontarci con tutti gli attori della filiera al fine di scambiare le informazioni in nostro possesso.

Questo è un grande sforzo organizzativo ed economico che tutto il settore vivaistico Assoplant si sta impegnando a compiere con la consapevolezza che sia indispensabile per tutelare e preservare un intero comparto economico molto importante per la nostra agricoltura.

Un aspetto particolare preso in considerazione nel protocollo di igiene della produzione Assoplant riguarda l'uso di prodotti disinfettanti negli ambienti di produzione delle piante.

Esistono infatti alcuni biocidi (BPD) che possono essere attivi nella disinfezione di questo virus ma come biocidi sono registrati in base alla direttiva 98/8/EC. Da un punto di vista normativo perché tali biocidi possano essere applicati nella protezione delle piante devono essere registrati nel gruppo dei fitofarmaci (PPPD) in base alla Direttiva 91/414/EEC. Fra questi, ad esempio, l'acido benzoico risulta essere già registrato in molti paesi europei anche come PPPD ma, purtroppo, non in Italia. Questo come altri (Acido Ipocloroso) andrebbero quindi registrati urgentemente anche in Italia in base all'Art.53 del Reg.1107/2009 (Emergenza Fitosanitaria) dotando gli operatori degli strumenti indispensabili ad eseguire le opportune disinfezioni.

Questo è il pensiero di Assoplant, che cerca di promuovere, sostenere e divulgare azioni concrete a sostegno e tutela della produzione anche in occasione della attuale emergenza fitosanitaria rappresentata dal ToBRFV che mette in pericolo non solo l'esistenza delle aziende nostre associate ma di tutto un comparto economico da cui dipende la vita stessa di molte famiglie italiane.

Data di pubblicazione: