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L'alternativa all'aggregazione e' la delocalizzazione delle produzioni

"Con 110 ettari di carciofeto, coltivato interamente con la varietà Romanesco G1, siamo un punto di riferimento del settore nel panorama siciliano". E' con una punta di orgoglio che, Giuseppe Scudera, un giovane imprenditore agricolo con una laurea in economia, racconta la sua impresa situata nella Piana di Gela (CL).

Giuseppe Scudera

Italia e Francia sono i mercati di riferimento
"Conclusi gli studi universitari – prosegue il giovane amministratore della Golden Fruit – ho preso in mano le redini dell'azienda di famiglia, puntando a migliorare la qualità produttiva e all'efficientamento dei processi di lavorazione. In questo percorso, non solo ho cercato di migliorare l'impresa, apportando cambiamenti significativi, ma ho provveduto anche a dimostrare fattivamente di aver alzato, per così dire, l'asticella con la certificazione GlobalGAP. Uno strumento necessario, quest'ultimo, che rende funzionale il nostro rapporto con la GDO italiana ed estera, quella francese in particolar modo".

"La nostra produzione, però, non si limita solo al carciofo, che comunque rimane il nostro core business – chiarisce Scudera – ma si estende, nell'ottica della stagionalità delle colture, alla coltivazione del melone, per un'estensione di 30 ettari".

"Proprio quest'anno introdurremo una varietà di mini anguria, già ben nota al grande pubblico italiano. La decisione varietale è una conseguenza dell'accordo con un noto marchio nazionale dell'ortofrutta. Al melone si aggiungono 11 ettari di cavolo cappuccio, sempre in territorio di Gela, e 8 ettari in serra a Santo Pietro (CT) impegnati con peperone, che raccogliamo nei vari stadi di maturazione, ossia verde, giallo e rosso. A completare il quadro dell'azienda contribuisce il nostro capannone di lavorazione, che misura oltre 500 mq".

L'alternativa all'aggregazione è la delocalizzazione delle produzioni
"Negli ultimi anni – osserva l'imprenditore – abbiamo registrato una progressiva regressione del comparto ortofrutticolo che, a mio avviso, dipende da carenze strutturali difficilmente sanabili. Scontiamo l'onere di una posizione geografica marginale, rispetto ai principali mercati di riferimento europei, con un aggravio in termini di logistica davvero pesante. Manca una visione strategica e, soprattutto, gli investimenti della UE che tende sempre più a favorire le grandi organizzazioni produttive, a discapito delle piccole e medie aziende agricole che hanno costruito l'economia agricola dell'Italia. Bisogna dunque aggregarsi, altrimenti ci toccherà delocalizzare le produzioni".

"Poi vi sono fattori più o meno contingenti – conclude Giuseppe Scudera – che in parte sono la conseguenza della sponda irresponsabile di chi si presta, in Italia, al fenomeno del dumping. La concorrenza estera non è sempre leale e le clausole di salvaguardia non sembrano funzionare molto. Talora assistiamo a palesi contravvenzioni alle regole che, ad esempio, vorrebbero il divieto assoluto di ingresso in Italia di carciofi tunisini ed egiziani con foglie. Eppure ciò avviene, specialmente per il prodotto tunisino che passa per italiano, perché riesce a mantenersi più fresco grazie alla distanza ridotta, e non riusciamo a debellare il fenomeno, mentre potrebbero entrare carciofi con il solo gambo e senza foglie".

"Per non parlare poi dei residui di agrofarmaci che non vengono rispettate da nessuna parte al mondo così come invece accade in Italia. La verità è che si fa un gran parlare del valore aggiunto del made in Italy, ma l'Italia per prima è ancora troppo orientata verso una mera politica dei prezzi".

Contatti:
Golden Fruit
Via Giulio Cesare
93012 Gela (CL)
Tel.: +39 3491095839
Fax: +39 0933822453
Email: g.scudera@gmail.com
Web: www.goldenfruitscudera.com