Ottenere reddito dal pesco? E' ancora possibile, ma occorre una svolta di mentalità. "Non si può pensare di guadagnare facendo i cestini di calibro B o C - esordisce il vivaista Daniele Neri - costringendo i produttori a puntare alle quantità. Ormai da anni vige questa filosofia di produrre il più possibile, meccanizzare il più possibile, avere più ettari possibile. Ma secondo me è una china che porta solo ai risultati delle ultime stagioni, vale a dire nessun reddito per l'agricoltore".
La frutta buona è ricercata e ottiene un prezzo soddisfacente. "Nel 2019 abbiamo assistito a medie di liquidazione delle grandi strutture di 20 centesimi. Lavorando sulla qualità si sono ottenuti anche 40 centesimi di media grazie a buoni calibri".
La varietà è importante, ma non è tutto. Servono anche una tecnica agronomica adeguata alla qualità, che privilegi un diradamento importante e una potatura ben eseguita.
"Fare la potatura meccanizzata con barra falciante non porta a un prodotto di qualità - aggiunge Neri - ma crea squilibrio e perdita anche di produttività. Per ottenere un prodotto di qualità non si può meccanizzare troppo".
Neri è soddisfatto del fatto che ha già venduto l'80% della disponibilità di piante di pesco dell'annata. "C'è qualcuno che sta ancora espiantando, deluso dai bassi prezzi del 2019. Io dico solo che la varietà ha il suo peso e servono genotipi in grado di garantire calibro e qualità".
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