Tra i coltivatori di pere si sta verificando una perdita economica stimabile fra 5000 e 10mila euro l'ettaro. Lo afferma Giorgio Tusini, coltivatore della provincia di Modena, che gestisce 70 ettari a pereto. "Per dir meglio, ne gestivo 70 - precisa - in quanto ne ho appena abbattuti 8, così come tanti altri miei colleghi sono stati costretti a fare, in Emilia Romagna e in tutto il nord d'Italia".
La perdita di produttività nella raccolta 2019 è stata notevole, per la varietà Abate. Tusini ha registrato fino al 70% di raccolto in meno, a causa di cimice asiatica e maculatura. E i seppur "buoni" prezzi delle pere di questi giorni non compensano minimamente la perdita in termini di PLV (Produzione Lorda Vendibile).
"Esistono i fondi comunitari per fronteggiare simili crisi - spiega Tusini - come previsti dall'Ocm con l'articolo 25 del regolamento 1306. Ci sono 400 milioni di euro a disposizione. Il governo dovrebbe farne immediatamente richiesta, al fine di indennizzare almeno in parte i produttori. E dovrebbe essere un aiuto forfettario e compensativo, da erogare in tempi brevi sulla base delle superfici. Tramite il fascicolo aziendale, è molto semplice risalire agli ettari per ogni azienda".
Nelle scorse settimane il governo, anche su spinta delle regioni del nord, ha stanziato 80 milioni di euro, ripartiti in tre anni: 40 milioni per il 2020 e 20 milioni ciascuno nei due anni successivi. "Sono davvero briciole, che non servono a nulla o quasi - commenta Tusini - anche perché, a causa della legge legata alle calamità, serviranno almeno due o tre anni di burocrazia perché queste poche risorse arrivino alle aziende. Servono invece risposte immediate".